Papi
– Rita Indiana –
“Papi è come Jason, quello di Venerdì 13. O come Freddy Krueger: Papi arriva quando meno te lo aspetti. A volte sento persino una musichetta tipo horror ma allora sono contentissima, perchè magari è lui che sta arrivando.”
Formato: Copertina flessibile
Giudizio Sintetico
Se si parla di Rita Indiana è utile fermarsi un attimo e accendere lo stereo su “El Blue de Ping Pong” così da avere idea del ritmo e del sangue Pop che Rita condivide con lettori e ascoltatori ogni qualvolta decida di “creare”.
Proprio l’impronta pop latina, di strada e 80’s della Indiana, colora lo sfondo della storia di “Papi“, un papà raccontato dalla figlia, una bambina che sembra riempire l’attesa di un padre eroe assente, raccontando, in un mix tra tema scolastico e confidenza tra amichette, quel suo genitore eroe e salvatore, capace di tornare ogni volta con regali, auto e qualsiasi lusso possibile! Ma spesso, l’immaginazione di una bambina colora tratti ombrosi di un personaggio negativo.
Il mio papi ha molto più di tutto quel che ha il tuo, più forza del tuo, più capelli, più muscoli, più soldi e più fidanzate del tuo. Papi ha più auto del tuo, più auto del diavolo, così tante auto che deve venderle perchè nel suo garage non ci stanno. Papi ha auto che parlano e ti dicono che devi metterti la cinuta di sicurezza e chiudere il becco, in inglese, in francese e in altre lingue.
Una bambina in attesa di quel padre che l’ha abituata e iniziata al mondo degli adulti troppo presto, che unisce la sua immaginazione infantile legata ai regali e “ai pezzi da mille” con cui paga il suo papà, all’inaffidabilità, i pericoli e le volgarità a cui assiste quotidianamente.
Una bambina tremendamente sola capace di raccontare, con linguaggio sboccato, lo stile di vita di Papi e di tutti quelli che ruotano attorno a lui.
Perchè Papi è un narcotrafficante, un uomo che vive fuggendo dalla giustizia e dai nemici, un uomo che si arricchisce attraverso i crimini e che questa bambina ci racconta celebrandolo nelle descrizioni ma facendo avvertire al lettore un misto di tristezza, attesa, falsa speranza e desiderio di normalità.
Questo libro ci viene presentato e offerto con il suo originale contenuto, per farlo nostro e per essere in grado di apprezzare l’elogio a Papi di una bambina che fa tenerezza e anche un po’ rabbia.
Un racconto agrodolce di lussi e mancanze, attese e delusione, invincibilità di genitori e realtà.
Il nome Papi assume un’aura onnipotente attraverso gli occhi di quella figlia che subisce una visione esagerata della vita.
Un libro carico di ripetizioni che sono complesse da assorbire e comprendere fino in fondo, delusioni e aspettative che diventano proprie del lettore, una visione veloce ma immediata di un mondo dove l’egoismo e il benessere degli adulti ferisce e segna il mondo dorato dell’infanzia.
Uno stile particolare, quello di Rita Indiana, affascinante ma esagerato, non di facile scorrimento ma intriso di spunti di riflessione. Le tre stelle sono associate ad una difficoltà di lettura e non al contenuto e alla profondità di esso.
RITA INDIANA
Blogger, conduttrice radiofonica, Rita è attivista del movimento per i diritti lbgt.
1 thought on “Recensione “Papi” di Rita Indiana – NNEditore”