Trevien Iirith raggiunge un punto cruciale della sua esistenza, sentimenti mutevoli si alternano tra l’esigenza di nuove avventure e un cumulo di conflitti interiori. Sorge il tempo in cui i cambiamenti si scontrano con un torbido disagio fronteggiato in compagnia di un nuovo e bizzarro gruppo di amici, ma sullo sfondo appare una sinistra figura con cui avere a che fare. Il protagonista si trova parallelamente coinvolto in una serie di avventure che vanno dall’ovest all’est dell’Europa, passando per la Foresta Nera, ove incombe un atto estremo che si confonde tra la vita e la morte.
Dopo “Thelmabeth” e “L’alba nera” Piero Iiriti continua la serie ricca di peripezie surreali e tratti introspettivi con protagonista Trevien.
Questa serie ci ha abituati a tratteggi di esperienze vissute in modo schietto negli anfratti della mente attraverso quelli che sono viaggi disparati e imprevedibili abbattendo il muro del tempo e dello spazio.
La scelta di non ambientare questa serie di romanzi in un luogo preciso amplifica ancora di più il significato dei confronti e delle esperienze vissute tra queste pagine.
“L’uomo di cartone” conduce il lettore in un viaggio capace di unire alle stanze della mente il fascino di luoghi ancorati alla Storia.
Avventura e introspezione si uniscono dando vita a un percorso che assume la portata del viaggio, esteriore ed interiore, al centro l’amore: è ciò che sprona ad iniziare la peregrinazione, è ciò che alimenta le riflessioni interiori.
Come nei viaggi più iconici dell letteratura, ricchi di significati e simbolismo, in queste pagine sono racchiusi incontri, confronti, persone disparate e prospettive diverse, tutti elementi utili a donare significato a questo viaggio intrapreso da Trevien e dall’amico Lexio.
Il risultato è un percorso fisico ed esteriore che si tramuta in esperienza interiore fatta di domande, dilemmi e interrogativi che lentamente si sbrogliano non senza conflitti articolati a cui il lettore prende parte.
“L’uomo di cartone” ricalca lo stile dei romanzi precedenti conducendo il lettore in un’avventura variegata colorata da personaggi disparati, tra tutti uno sinistro e ambiguo che incentra su di lui parte del significato di queste pagine, donando al lettore un susseguirsi di eventi che esulano dal tempo ma coinvolgono luoghi conosciuti e ricchi di fascino.
È curioso, elegante e quasi arcaico, lo stile narrativo scelto da Piero Iiriti per raccontare la storia custodita tra queste pagine, una scelta che paga poiché rende più pronunciata la parte avventurosa e imprevedibile del contesto entro cui si svolgono i fatti, mai statici, sempre movimentati e in continua evoluzione.
Questa serie creata da Iiriti è indicata per chi cerca storie diverse, imprevedibili in cui tanto va ricercato tra le righe, in cui liberarsi di schemi mentali preconfezionati, in cui lasciarsi condurre in qualcosa di mutevole.
Una serie ricca di scambi vivaci, riflessioni interiori, avventure e molteplici elementi da scoprire.
Piero Iiriti è nato a Chivasso, in provincia di Torino, il 4 gennaio 1985, è cresciuto nella provincia di Reggio Calabria dove ha conseguito il diploma di geometra. Tra il 2005 e il 2008 è vissuto principalmente a Roma ed ha frequentato per breve tempo l’Accademia del Cinema, alternando con studi nel ramo storico. Nel 2009 viene assunto da un’azienda ferroviaria, di cui tutt’oggi è dipendente. Vive in provincia di Milano, si dedica alla scrittura da tre anni ed è giunto al suo terzo libro. Girovago costante, divide il tempo libero tra cinematografia, arte e letteratura.
Titolo: L’uomo di cartone
Autore: Piero Iiriti
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 221
Editore: Self