Primavera 2020. Il lockdown per frenare la pandemia sembra paralizzare anche i criminali. E il commissario Gastaldi indaga sul ribaltamento sospetto di un tratto in alta val Trebbia, per avere la scusa di lasciare una Piacenza spettrale, percorsa incessantemente dalle ambulanze, e respirare l’aria pulita degli Appennini. La tregua dura poco, però. Una ragazza viene trovata morta, in città, lungo «la pista ciclabile del degrado». Ha diciott’anni ed è una studentessa di Anna Carfì, la moglie di Gastaldi. Sua madre è infermiera, in prima linea contro il Covid-19, che «non è più come a marzo, ma…» Un migrante senza fissa dimora viene arrestato immediatamente nei pressi del luogo del delitto. Il caso sembra già chiuso. Eppure, secondo Gastaldi, qualcosa non quadra. «Sei il solito razzista al contrario», gli rimprovera un collega. Bosonetto torna al poliziesco con lo stesso indagatore de Gli alberi del Nord: Pietro Gastaldi, piemontese trapiantato in pianura, nonno in astinenza da nipote, sfollato sulle Alpi cuneesi. Un eroe riluttante incapace di mettere a tacere la voce della coscienza.
Quello del commissario Pietro Gastaldi in questo lavoro di Marco Bosonetto, è un ritorno atteso da tutti quei lettori che lo avevano amato ne “Gli alberi del Nord”.
“Tutti innocenti” è un titolo che in parte svela subito l’attitudine coscienziosa di questo poliziotto sessantenne di origine piemontese alle prese con la vita di pianura. È un personaggio, quello di Pietro Gastaldi a cui Marco Bosonetto assegna un tratteggio in cui l’uomo emerge rispetto al poliziotto, un commissario dall’indole garantista e mai frettolosamente incline a credere che nelle indagini vi siano colpevoli certi al primo colpo.
Le pagine di Marco Bosonetto custodiscono uno trama che ha tutte le caratteristiche di un giallo poliziesco con marcate campiture noir, arricchita di parti descrittive che, a più riprese, consentono al lettore di immaginarti a pieno nelle atmosfere piacentine e nei paesaggi dei suoi circondari.
È un protagonista che si fa amare il commissario Gastaldi, un poliziotto maturo che svolge una professione fitta di riflessioni e di considerazioni figlie dei suoi sessant’anni. La trama di questo libro ci riporta alla primavera del 2020, un periodo rimasto indelebile nella mente di ognuno di noi, frangente in cui lungo un sentiero ciclabile viene trovata morta la diciottenne Beatrice Mazzocchi, figlia di un’infermiera impegnata sul fronte del Covid e, al tempo stesso, allieva della moglie del commissario Gastaldi.
A poca distanza dal luogo del rinvenimento del corpo vengono ritrovati i documenti della ragazza, in un luogo nei pressi del quale vive un uomo senza fissa dimora, che viene subito arrestato per una scontatissima linearità di indagine che, però, lascia Gastaldi insospettito e decisamente poco convinto. Ed è proprio da queste considerazioni che la trama cresce e si sviluppa, arricchendosi di considerazioni profonde che donano a questo romanzo un respiro che va oltre il poliziesco, ponendo il lettore di fronte ai temi della Giustizia sommaria e affrettata, del razzismo, e delle dinamiche peggiori che traggono origine dalla “pancia” della società di oggi.
Marco Bosonetto ha esordito nel 1998 con Il Sottolineatore Solitario. Nel 2010 il suo racconto Morte di un diciottenne perplesso è stato portato al cinema con il titolo Due vite per caso, film a cui Bosonetto ha collaborato come sceneggiatore. Per il teatro ha scritto l’adattamento del suo romanzo Nonno Rosenstein nega tutto e il monologo Mucche ballerine, che va in scena ininterrottamente dal 2005 e ora è anche un libro illustrato. Con Baldini+Castoldi ha pubblicato nel 2022 Gli alberi del Nord, la prima indagine del commissario Gastaldi.
Titolo: Tutti innocenti
Autore: Marco Bosonetto
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 400
Editore: Baldini+Castoldi