Il Postino. La metafora di un’emozione
– Irene Cocco –
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 265
Editore: La Valle del Tempo
Una perspicua ideazione e un’ottima curatela contraddistinguono questo volume di Irene Cocco, che ben si colloca nel rinnovato fervore di studi, cui ha dato occasione il trentennale del film Il Postino, che presenta anche svariate interviste ad artisti e critici, volte ad approfondire aspetti fondamentali sia del lungometraggio stesso sia dell’estroso talento poliedrico di Massimo Troisi, che fu sempre attento alla lezione della tradizione, assieme alle problematiche della cultura cinematografica a lui contemporanea. Scritti di: Ale e Franz, Arteteca, Francesco Baccini, Alessandro Bencivenga, Giovanni Benincasa, Tommaso Bianco, Anna Bonaiuto, Peppe Borrelli, Claudio Botosso, Cloris Brosca, Kaspar Capparoni, Massimiliano Cavaleri, Giuseppe Cederna, Daniele Ciniglio, Irene Cocco, Roberto Conte, Alfredo Cozzolino, Maria Grazia Cucinotta, Gaetano Daniele, Michele D’Avino, Francesco Della Calce, Pietro De Martino, Massimo De Matteo, Carlo Di Maio, Maria Raffaella Faggiano, Carmine Faraco, Gerardo Ferrara, Lucio Gardin, Massimo Ghirlanda, Giuseppe Gifuni, Leo Gullotta, Angelo Orlando, Alberto Palumbo, Rocco Papaleo, Alessandro Preziosi, Costantino Punzo, Mariano Rigillo, Antonio Riscetti, Gino Rivieccio, Paolo Ruffini, Nello Salza, Raffaello Saragò, Lina Sastri, Renato Scarpa, Giacomo Scarpelli, Giuseppina Scognamiglio, Gianni Simioli, Carlo Verdone, Luca Ward, Giorgio Zinno.
Irene Cocco, attraverso questo libro, incentrato e dedicato a “Il Postino” celebre film con Massimo Troisi nel trentennale dell’uscita nelle sale cinematografiche, offre ai lettori una serie di interessanti elementi in grado di generare numerosi spunti di riflessione, non solo su una pellicola diventata parte della storia della cinematografia contemporanea ma, più in generale, anche sul mondo dello spettacolo.
Queste pagine sono il frutto di un interessante, quanto raffinato, lavoro di ricerca che apre ampi orizzonti agli occhi dei cinefili e anche di coloro che approcciano il cinema con minore assiduità ma che godono di quella sensibilità necessaria ad apprezzare in profondità quelle pellicole, come “Il Postino” che sono in grado di lasciare un segno carico di significati nel panorama culturale, non solo cinematografico.
Il lavoro dell’autrice è arricchito anche dal contributo di riflessioni di alcuni grandi nomi del cinema e dello spettacolo attorno a questa pellicola indimenticabile e attorno alla figura e al ruolo, non solo attoriale, di Massimo Troisi, riflessioni che si innestano su un’opera curata fin nei minimi dettagli, tra cui quelle di Leo Gullotta, Rocco Papaleo, Paolo Ruffini e molti altri.
“La metafora di un’emozione” accompagna il titolo del libro di Irene Cocco, facendo comprendere a chi legge quanto queste pagine possano essere considerate, nello stesso tempo, una fotografia e una radiografia di un film che, a trent’anni dalla sua prima proiezione, appartiene alla storia del Cinema, rendendo immortale, nell’immaginario collettivo, Massimo Troisi.
Queste pagine sono un distillato di emozioni, amplificate da un’accurata analisi e dagli elementi interpretativi offerti al pubblico. Non si creda che questo sia un libro destinato solo agli “appassionati” o agli “addetti ai lavori”: Irene Cocco analizza l’opera cinematografica padroneggiando la tecnica ma, soprattutto, facendosi guidare da una profonda passione, un dettaglio non secondario che contribuisce a rendere questo titolo adatto a lettori di ogni genere che sapranno sicuramente apprezzarne la qualità del lavoro, potendo beneficiare di un ampio orizzonte frutto del contributo di fonti diverse tra loro per natura e per linguaggio.
E poi, chi ama Troisi e chi mantiene vivo negli occhi il suo volto in questa pellicola che lo ha reso immenso, ha l’opportunità di entrare in contatto anche con gli aspetti umani che stanno dietro e dentro la pellicola rendendo “Il Postino” ancora più magico nella magia del Cinema.
Irene Cocco si laurea in Lettere con il massimo dei voti e la lode, trascorre alcuni anni all’estero, in Nuova Zelanda, in Norvegia e in Scozia impegnata nello studio dei processi artistici come terapia presso l’Università Queen Marfaret di Edimburgo. Tornata in Italia, inizia a collaborare con alcune testate giornalistiche. Autrice del capitolo sulla valenza terapica dell’arte nel libro “L’identità imprigionata”, nel 2015 pubblica il suo romanzo d’esordio “Doveva essere per sempre”, nel 2023 un manuale sulla comunicazione efficace “Oltre le Parole”. Dal 2021 si occupa anche di scrittura cinematografica.