Maniac
– Benjamín Labatut –
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 361
Editore: Adelphi Edizioni
Quando alla fine della seconda guerra mondiale John von Neumann concepisce il maniac – un calcolatore universale che doveva, nelle intenzioni del suo creatore, «afferrare la scienza alla gola scatenando un potere di calcolo illimitato» –, sono in pochi a rendersi conto che il mondo sta per cambiare per sempre. Perché quel congegno rivoluzionario – parto di una mente ordinatrice a un tempo cinica e visionaria, infantile e «inesorabilmente logica» – non solo schiude dinanzi al genere umano le sterminate praterie dell’informatica e dell’intelligenza artificiale, ma lo conduce sull’orlo dell’estinzione, liberando i fantasmi della guerra termonucleare. Che «nell’anima della fisica» si fosse annidato un demone lo aveva del resto già intuito Paul Ehrenfest, sin dalla scoperta della realtà quantistica e delle nuove leggi che governavano l’atomo, prima di darsi tragicamente la morte. Sono sogni grandiosi e insieme incubi tremendi, quelli scaturiti dal genio di von Neumann, dentro i quali Labatut ci sprofonda, lasciando la parola a un coro di voci: delle grandi menti matematiche del tempo, ma anche di familiari e amici che furono testimoni della sua inarrestabile ascesa. Ci ritroveremo a Los Alamos, nel quartier generale di Oppenheimer, fra i «marziani ungheresi» che costruirono la prima bomba atomica; e ancora a Princeton, nelle stanze dove vennero gettate le basi delle tecnologie digitali che oggi plasmano la nostra vita. Infine, assisteremo ipnotizzati alla sconfitta del campione mondiale di go, Lee Sedol, che soc-combe di fronte allo strapotere della nuova divinità di Google, AlphaGo. Una divinità ancora ibrida e capricciosa, che sbaglia, delira, agisce per pura ispirazione – a cui altre seguiranno, sempre più potenti, sempre più terrificanti.
Con questo nuovo libro, che prosegue idealmente Quando abbiamo smesso di capire il mondo, Labatut si conferma uno straordinario tessitore di storie, capace di trascinare il lettore nei labirinti della scienza moderna, lasciandogli intravedere l’oscurità che la nutre.
Un libro sospeso tra finzione e realtà, tra romanzo e biografia, che ci catapulta in una storia che vede come protagonista principale Jancsi von Neumann, il famoso matematico e fisico ebreo ungherese – divenuto poi statunitense – che prese parte al progetto Manhattan per la costruzione della prima bomba atomica.
Benjamin Labatut con questo romanzo, che corre e scorre veloce, ci catapulta in una trama in cui porta sotto i riflettori la nascita dell’intelligenza artificiale riservando un particolare rilievo (romanzato) proprio alla figura di von Neumann, portando il lettore alla scoperta della sua anima e della sua intelligenza, dai tratti taglienti e, a volte, cinici.
Sappiamo e siamo consapevoli durante la lettura, anche se l’autore rivela questo dettaglio solo nei ringraziamenti, che ogni testimonianza è sospesa tra realtà e romanzo ma, a chi gode del racconto dei fatti narrati, sembra di poter ascoltare un racconto che viene direttamente dal Novecento, un ritorno a giorni febbrili dove scienza e vita vivevano in un concerto vibrante di gioia per innovazione e paura per la fragilità di riuscita dei risultati.
Sull’onda di recenti narrazioni cinematografiche e letterarie che riportano in auge passaggi cruciali di uomini di scienza e della scienza stessa, Maniac è una lettura adatta agli amanti delle storie che, tra romanzo e realtà, ci parlano di quell’eredità di cui oggi abbiamo la responsabilità per progredire nel disegno tracciato da chi ha speso l’intera esistenza guardando al progresso.
È la sfida tra l’uomo e la macchina con un epilogo in cui è quest’ultima a sconfiggere l’uomo (o la razza umana) in una partita di Go.
Benjamín Labatut è uno scrittore cileno nato a Rotterdam nel 1980. Ha trascorso la sua infanzia tra L’Aia, Buenos Aires e Lima, per poi trasferirsi a Santiago del Cile all’età di quattordici anni.
Il suo primo libro di racconti, La Antártica empieza aquí, ha vinto il Premio Caza de Letras nel 2009 e il Santiago Municipal Literature Award – nella sezione racconti – nel 2013. A questo libro sono seguiti Después de la luz, Quando abbiamo smesso di capire il mondo (Adelphi, 2021), nominato per l’International Booker Prize 2021 e Maniac (Adelphi, 2023).