Qualcuno che conoscevo
– Francesca Mautino –
Formato: Copertina rigida
Pagine: 302
Editore: Longanesi
Se la sorte ti ha riservato un parto trigemellare, meglio prenderla con umorismo. Forse è per questo che Valentina Bronti, trentenne, torinese, una carriera messa tra parentesi, ha scelto per le sue tre bambine i nomi di Emilia, Carlotta e Anna, come le celebri sorelle Brontë.
Conservare alto l’umore non è così facile per Valentina, una vita incastrata tra illusori tutorial sulle pulizie domestiche e una relazione fallimentare con Marco, il padre delle bimbe che si è ritirato a dormire nello sgabuzzino.
Finché un giorno viene convocata all’asilo perché le tre piccole pesti hanno tentato la fuga trascinando con sé una compagna. Davanti alla direttrice, c’è un’altra mamma: Chiara Barberis. Altezzosa e severa, Chiara lascia in Valentina una strana impressione. Un’impressione confermata dalla scoperta che si tratta proprio di «quella» Chiara Barberis: la sorella di Elisa, la ragazza scomparsa inspiegabilmente dieci anni prima, quasi inghiottita dal buio di una Torino che da sempre ha fatto del mistero il suo secondo volto.
È così che Valentina si ritrova in una storia piena di ombre e bugie. Con un entusiasmo e una sagacia sorprendenti, prima di tutto per lei, si tuffa nelle strade, nei palazzi signorili, negli atenei della città, improbabile ma tenace investigatrice. Ciò che Valentina scoprirà di Elisa, di Torino e soprattutto di sé stessa è la materia spumeggiante di questo romanzo, capace di tratteggiare un personaggio attualissimo in cui convivono senso di inadeguatezza, acume e un’ostinata vitalità.
Sarebbe un 3,5 ma metto 4 come incoraggiamento.
Incitamento e tifo perché le premesse per una bella serie, godibile e un po’ cozy, ci sono tutte!
Francesca Mautino ci porta nella vita incasinata di una mamma che potrebbe tranquillamente uscire da un episodio di Desperate Housewife.
Il compagno non è quasi più compagno per un misterioso evento (che ci viene poi svelato), la maternità l’ha resa madre di tre splendide gemelle che portano il nome delle sorelle Brontë per un’assonanza con il cognome materno che andava sfruttata e il suo quasi ex campo la pressa per tornare al lavoro.
In questa vita di incertezze e cose lasciate a metà, come il libro di David Copperfield, Valentina deciderà, per puro caso, di indagare sulla misteriosa scomparsa di Elisa Barberis, ragazza quasi coetanea sparita nel nulla dieci anni prima.
Come una vera detective 2.0 tra social, mail e interrogatori al limite della legalità, Valentina proverà a scoprire il mistero dietro la scomparsa di Elisa: è fuggita volontariamente o qualcuno aveva interesse a farle del male? Nella spasmodica ricerca della verità forse troverà anche la giusta strada per rimettere un po’ di ordine nella sua vita lasciandoci godere anche di parentesi divertenti e piccoli colpi di scena. “Qualcuno che conoscevo” è un bel romanzo: si legge bene, coinvolge e la trama è più complessa di quanto spesso accade per libri di questo genere.
Le premesse per una bella serie ci sono tutte: il contorno relativo a Valentina con le gemelle, l’amica Nadia, la curiosità e la volontà di ricostruire la propria vita, l’ironia densa e un po’ di “imbranataggine” sono a mio avviso ingredienti validi per costruire una serie. La scrittura di Francesca Mautino invoglia anche a continuare la lettura capitolo dopo capitolo quindi è bene sottolineare i pregi di una storia che ha tutte le carte in regola per risultare vincente.
Ci sono alcuni elementi che non mi hanno convinta, soprattutto relativamente alla storia con il compagno Marco: le premesse per la perdurante vita da separati in casa sono claudicanti così come claudicante è l’epilogo una volta emersa la realtà: poco credibile a livello emotivo, poco “vera” per una storia reale e non frutto di una dipendenza emotiva o figlia di una relazione tossica.
Questo ha un po’ “sporcato” l’intera storia perché rimane come un boccone amaro a fine lettura. In generale comunque ho apprezzato questo libro che assume diverse tonalità letterarie per parlare di mistero colorandolo con la personalità di una donna e mamma simpatica e imbranata.
Con qualche aggiustatina, un po’ di vigore, adrenalina e tensione e una maturità stilistica maggiore credo che l’autrice possa davvero creare una serie promettente e duratura.