Scrivere di follia
– Patrick McGrath –
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 251
Editore: La nave di Teseo
La follia ha ispirato nei secoli l’arte e la scrittura, e Patrick McGrath è certamente il narratore che più di ogni altro ha esplorato in letteratura gli abissi della mente umana. In questo libro, l’autore di Spider e Trauma torna all’origine dei temi dei suoi romanzi, a partire dall’infanzia nel manicomio criminale di Broadmoor, di cui suo padre era direttore. McGrath racconta storie vere, di cui spesso è stato testimone, e riflette sul fascino inquietante delle letture che lo hanno ispirato: dai romanzi gotici (Frankenstein, Il monaco, Lo strano caso del Dr. Jekyll e del Sig. Hyde, Dracula, i racconti di Poe) a Dickens e Conrad, fino a scrittori contemporanei come Martin Amis e William Trevor. Alla ricerca del lato nascosto nell’apparente normalità degli esseri umani, Patrick McGrath apre la sua officina di romanziere mentre compone una inedita e perturbante storia della cultura occidentale, nel segno della follia. “La follia non è mai arbitraria, né è casuale nelle sue manifestazioni o nelle sue cause. Nei romanzi di questo tipo il lettore, calato nel ruolo di una specie di detective della psiche, si troverà davanti a menti di complessità unica. Che tali menti ignorino di essere scollegate dalla realtà non fa che accrescerne la terrificante imprevedibilità.”
Mi aspettavo una lettura che spiegasse cosa si cela dell’esperienza di Mc Grath nelle sue opere ma in “scrivere di follia” non c’è quasi nulla di tutto questo.
Questo romanzo è diviso in tre parti che nulla hanno a che vedere l’una con l’altra. Tralasciando la terza, in cui sono contenute recensioni, nella prima Mc Grath racconta l’esperienza diretta di bambino che cresce in un ospedale psichiatrico come figlio del direttore della struttura e che da subito viene affascinato dai misteri della mente umana e dalla follia che spesso sfocia dalle problematiche legate ad essa. (Da qui qualche accenno alle sue opere, sporadico e superficiale)
Tra fotografie, storie vere e testimonianze è una parte molto bella e interessante che poteva rappresentare la totalità dell’opera. La seconda parte è invece un’analisi della follia dal punto di vista letterario.
Appare già nella prima parte l’unione dell’esperienza dell’autore con gli scritti gotici di romanzieri di epoche antecedenti a quelle in cui Mc Grath ha scritto di follia e di quanto poi la psicanalisi abbia modificato l’idea e il fulcro del romanzo storico. Leggere l’analisi psicologica dei tratti introspettivi delle opere gotiche racchiuse nella seconda parte, se non sono state lette i romanzi in questione diventa un difficile doppio esercizio di analisi e comprensione.
Ho quindi affrontato solamente le due analisi dei romanzi che ho letto e a cui tornerò quando avrò affrontato anche gli altri: (tra questi Dracula, Moby Dick, Il dottor Jakyll e Mr Hyde, Frankenstein, Shirley Jackson ecc).
Il grande assente in questo libro è proprio ciò che promette il titolo: scrivere di Follia. A parte un breve racconto su alcuni casi da cui l’autore ha preso spunto durante la sua infanzia nell’ospedale psichiatrico di Broadmoor mancano le risposte ai tanti perché di tali scelte, dei tratteggi e dei dettagli. Avendo letto solamente “Follia”, dopo aver letto questo libro non ho acquisito nessuna informazione aggiuntiva sulla stesura del romanzo di quante già ne possedevo.
Questo non rende la lettura meno interessante ma unicamente fuori tema rispetto al titolo. “Scrivere di follia” è in realtà un racconto personale dell’autore sulla propria infanzia a Boradmoor che incrocia la scrittura gotica come antitesi della psicanalisi e quindi le incursioni che tali discipline hanno avuto nella letteratura unite a ciò che lui ha visto nella pratica e nella sua infanzia e che di fatto l’hanno portato a scrivere. Bello e interessante ma come analisi tecnica e psicologica di uno scrittore che riavvolge il nastro della propria esperienza diretta con la follia e la analizza poi nei classici della letteratura che nel gotico hanno affrontato il dualismo psichico.