La meccanica degli spiriti
– A. J. West –
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 304
Editore: Neri Pozza
Belfast, 1914. Finita l’era vittoriana, Inghilterra e Irlanda sono scosse dai cambiamenti. L’inaffondabile Titanic è affondato ormai da due anni, e la morte che ha portato con sé ha alimentato la passione – diffusa specialmente nella classe media – per occultismo e spirisimo. Uomo di scienza ma tribolato da infiniti problemi economici, William Jackson Crawford fa parte proprio di quella stessa classe in ascesa. Ingegnere, professore al Municipal Technical Institute di Belfast, è certo che non appena terminerà di scrivere il suo nuovo libro il successo giungerà e, con quello, la fine dei problemi. A interrompere la sua tranquilla vita familiare, tuttavia, giunge la tragedia: la morte dell’unico figlio maschio spinge prima la moglie e poi William stesso nelle spire del circolo di Kathleen Goligher, giovane medium dagli straordinari poteri che impazza in città. Da uomo di scienza qual è, William non può mettere da parte lo scetticismo e la razionalità che accompagnano da sempre la sua esistenza, eppure non può neanche negare ciò che vede e sente: durante le seance, voci dall’oltretomba raccontano segreti mai svelati, riportando a galla traumi di un passato forse non così ben sepolto. Ben presto, dunque, la sua unica missione diventa provare la scientificità del soprannaturale: William Jackson Crawford diventerà l’ingegnere degli spiriti e il suo nome sarà ricordato per sempre. Quello che William non sa, però, è che sta per entrare in un gioco dove ingannati e ingannatori si scambiano continuamente di ruolo, fino a giungere a quella che potrebbe essere la fine… o forse solo un ultimo esperimento.
L’anima pesa ventuno grammi, ma il suo peso è dato soprattutto dalla complessità degli interrogativi che essa stessa si pone nel corso della vita e nei confronti della vita.
Nella città di Belfast, ancora scossa dall’affondamento della nave perfetta, il Titanic, un professore pragmatico, razionale e amante della meccanica e della precisione si trova a dover fare i conti con l’irrazionale, l’occulto e l’esoterico.
“La meccanica degli spiriti” è la storia di William Jackson Crowford che, a seguito di eventi concatenati, si trova ad accettare la sfida di due facoltosi uomini che bisticciano sull’argomento: dimostrare o negare, attraverso competenze scientifiche, il mondo paranormale.
William è già scettico dopo alcune sedute spiritiche alle quali ha presenziato, diventando meno dubbioso però a seguito di rivelazioni durante le sedute che nessuno poteva conoscere, voci, presenze, tavoli fluttuanti, odori e attimi irrazionali.
Già scosso e dubbioso, per favorire la disastrosa situazione economica della famiglia, si trova obbligato ad accettare.
Presto i suoi esperimenti diventano di dominio pubblico, le sedute diventano oggetto da sviscerare in cerca di prove tangibili, la voce di William è diffusa da palchi e convegni delle città, tutto in un’epoca, quella edoardiana, dove lo spiritismo era un fenomeno dilagante tra guerre, orrori e perdite in ogni famiglia.
In un contesto di povertà e dolore l’ingegnere dello spirito diventa presto acclamato o criticato, raggiungendo anche i salotti di personalità di spicco come Conan Doyle e Houdini.
Menti pensanti, ricchi mercanti o persone comuni sono attratte e si interrogano sulla veridicità di contatti con il mondo ultraterreno con il grande mistero dell’aldilà e lo fanno attraverso un fenomeno dilagante di sedute spiritiche, medium e fotografie nelle quali emergono i volti familiari di persone che non ci sono più.
Ma quanto di questo è vero e quanto appartiene a un gioco truffaldino sul dolore del prossimo?
Tra ricchezza e follia, che spesso sono l’una la conseguenza dell’altra, alla fine William otterrà le risposte fulcro della sua ricerca ma non saranno, di certo, quelle che aveva desiderato sentire…
Credo che un autore nasca quando ha una storia da raccontare e indubbiamente A. J. West attratto dall’affinità con la storia di William Crawford e Kathleen Goligher ha trovato il suo slancio per un esordio gotico, imprevedibile e ricco di fascino perché unito alla storia vera di questi protagonisti.
A fine lettura si sente un forte impulso a voler approfondire, conoscere e vedere quali tratti di questa storia sono reali e documentati; nel mezzo invece si pone la storia di questo romanzo che potrebbe essere già un romanzo ricco di attrattiva se frutto della fantasia dell’autore che diviene però ancor più ammaliante grazie al legame con la realtà dei fatti in esso contenuti.
Non si può raccontare troppo della trama per evitare di fare spoiler poiché gli elementi sono distribuiti come un grande giallo, le personalità realmente esistite lo riempiono di autenticità rispetto a un argomento che oggi ci sembra abbastanza assurdo, ma che in qualche modo è ancora radicato; inoltre il racconto gotico si unisce a un’anima noir che prende vita e forma soprattutto nella parte finale finale.
Un esordio sicuramente interessante, ricco di tante emozioni contrastanti che uniscono personalità e persone dell’epoca in cui è ambientato, unendole a un argomento che dalla notte dei tempi l’animo umano è costretto ad affrontare e che nel tempo ha visto fenomeni diversi dilagare per sete di verità o ricchezza senza ovviamente dare risposte scientifiche autentiche.
Una lettura piacevole che, soprattutto sul finale, non permette di uscire dall’apnea che si crea attorno a una verità celata dietro veli neri e fenomeni inspiegabili. Una storia che attraversa e riversa nella razionalità domande irrazionali attraverso l’animo scosso, fragile e complesso di William Jackson Crowford.
A.J. West, nato in Buckinghamshire, ha studiato Letteratura inglese prima di diventare un produttore radiofonico e televisivo e giornalista presso la BBC di Londra e in Irlanda del Nord. Ora si occupa di comunicazione e pubbliche relazioni, oltre a essere un volto televisivo molto noto in patria.