Se non sono gigli
– Elisabetta Atzori –
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 262
Editore: Self
Cosa significa passare dall’infanzia all’età adulta? Esiste davvero la normalità in questa fase della vita o è una promessa illusoria che viene fatta agli adolescenti da film, serie TV, anime e manga?
“Tamara, Aurora e Giordano sono tre adolescenti che frequentano tutti il liceo scientifico “Copernico”. Tamara è al primo anno mentre Aurora e Giordano sono all’ultimo, nella stessa classe. Tamara conduce una vita tranquilla e spensierata, circondata dall’affetto dei genitori, degli amici di famiglia Bruno e Filomena e del suo cane Birillo. Aurora avverte un forte conflitto interiore legato a una fede di cui si vergogna sempre di più e Giordano vive da solo con la madre dopo la dolorosa separazione dei suoi genitori. L’unica cosa che inizialmente accomuna questi tre personaggi è la frequentazione dello stesso liceo. Tutto cambia quando una mattina, sul muro di fronte alla scuola, compare una scritta oltraggiosa riferita alla migliore amica di Aurora, a partire dalla quale si diffonde la voce che la ragazza sia incinta…”
Sullo sfondo di un bullismo che non raggiunge mai vette eclatanti di scorrettezza ma che rimane sempre sul filo di un’ilarità selvaggia e scarsamente dimostrabile e lezioni di professori che cambiano la vita, come quelle di Gherletti e della Levi, Tamara, Aurora e Giordano affrontano l’adolescenza, la noia sconclusionata di certe giornate e la feroce sensazione che i problemi che hanno in quel momento della vita non troveranno mai una soluzione.
“Se non sono gigli” è una storia che vuole riflettere sul significato della crescita, sul coraggio di essere se stessi e sulla difficoltà di maturare un proprio pensiero e imbastire una propria impalcatura di valori in un mondo che di pensiero e di impalcatura di valori ci impone già i propri.
Per questo è rivolta in particolar modo a chi adolescente lo è stato intorno all’anno di ambientazione della storia – il 2012 – e che, proprio grazie al senno di poi, è in grado di intenerirsi, divertirtisi o commuoversi per le sorti di questi personaggi nel pieno di un periodo della vita durante il quale, a causa dell’assenza di prospettiva dettata dall’inesperienza, ogni cosa sembra catastrofica e insolubile, ma al quale, alla fine, siamo sopravvissuti tutti.
Un romanzo che potremmo definire di formazione o di teste pensanti, con protagonisti ragazzi che non si uniformano al pensiero comune provando a scardinare la moda a favore di qualcosa che possa cambiare davvero loro stessi, ma anche ciò che li circonda. Le malelingue, l’esclusione, il diverso, la religione che diventa una macchia discriminatoria, il metodo di un insegnante da osteggiare, una quotidianità famelica tra i banchi di scuola che diventa soffocante e profondamente ingiusta.
Attraverso queste pagine Elisabetta Atzori affronta molteplici argomenti narrando la quotidianità di alcuni ragazzi: Martina, Aurora e Giordano. Nella fitta tela di un’esistenza giovanile, spesso considerata frivola e povera di problematiche, ci vengono invece posti numerosi strumenti emotivi per affrontare e riflettere sull’argomento: la solitudine familiare, l’esclusione, la superficialità, il branco, l’amore, i disturbi psicologici e tanto altro. Entrare nella mente degli adolescenti non è un compito semplice, ci si può sentire inadeguati.
La profondità e la lucidità con cui però i protagonisti di “Se non sono gigli” affrontano i problemi e gli ostacoli riesce sempre a far vedere uno spiraglio di luce, una concretezza che infonda speranza.
Con una semplicità di scrittura che sottolinea ancora di più la bellezza della storia e delle riflessioni in essa racchiuse, Elisabetta Atzori dona al lettore una storia godibile e dal ritmo veloce, una trama che affronta molteplici argomenti importanti e non secondari attraverso l’evoluzione di tre ragazzi e delle loro problematiche, giungendo a un finale che sottolinea, ancor di più, l’importanza della condivisione e dell’amicizia sincera (e anche selettiva).