Nelle terre di Giuseppe Verdi. Viaggio tra i caseifici del Maestro
– Maura Quattrini e Davide Demaldé –
Formato: Copertina rigida
Pagine: 144
Editore: Mondadori
“Tutte le mie opere, tranne le prime, le ho scritte a Sant’Agata, non derogando mai dalle mie abitudini solitarie e contadine. Dove sono solito vivere, nulla mi può distrarre. Mi ritempravo uscendo solo, per le mie terre, ed occupandomi col massimo piacere di agricoltura”.
Questa testimonianza diretta di Giuseppe Verdi, raccolta nel 1897, ci svela un aspetto poco conosciuto ed estremamente interessante del Maestro la cui immagine è sempre associata ad alcune delle più belle e importanti opere musicali che hanno caratterizzato il panorama ottocentesco, fatto di note e delle atmosfere dei più prestigiosi teatri d’Europa.
E c’è di più in questo aspetto poco conosciuto di Giuseppe Verdi, ed è un grande e profondo legame con il territorio dove ha vissuto gran parte della sua vita trovando il contesto migliore per alimentare quel genio musicale che lo ha reso immortale senza mai perdere il contatto con gli aspetti più tradizionali di quei luoghi, incarnati da una fiorente agricoltura e da una straordinaria attività casearia legata alla produzione di quello che è comunemente chiamato “grana”.
Potremmo definirlo un triangolo di eccellenze italiane nel mondo quello ai cui ipotetici vertici stanno Giuseppe Verdi, Grana Padano Dop e il territorio piacentino.
I primi due sono universalmente riconosciuti come rappresentanti di eccellenze nazionali e ambasciatori di italianità nel mondo, il terzo è lo scenario che ha permesso la loro origine, una terra in cui natura, animali e uomo, come in una sinfonia, hanno saputo dar vita a prodotti ineguagliabili per gusto e qualità.
Il Verdi operista non ha bisogno di presentazioni ma è straordinario venire a conoscenza di come alcune delle sue opere e delle sue arie più celebri siano state scritte nella sua villa di Sant’Agata, luogo in cui, per sua stessa ammissione, giocavano un ruolo fondamentale proprio “le abitudini solitarie e contadine”. Ed è così che si scopre che al Verdi musicista si affianca un Verdi imprenditore agricolo, attività a cui si dedicava con piacere e con passione, in una terra, come quella piacentina, ricca di tradizioni che costituiscono un solco entro il quale si muove una modernità che ha permesso di far conoscere su scala mondiale le migliori eccellenze agroalimentari del territorio, tra cui la più famosa è senz’altro il Grana Padano Dop.
Noi, da milanesi, abbiamo negli occhi l’immagine di un Verdi con la sua tuba intento a passeggiare per le vie di Milano in un contesto di vivacità culturale prettamente cittadina ma, Maura Quattrini e Davide Demaldé, nel loro “Nelle terre di Giuseppe Verdi. Viaggio tra i caseifici del Maestro”, fanno luce su un’immagine molto diversa da quella a cui siamo abituati, quella di un uomo appassionato di agricoltura che con grande attenzione seguiva i suoi allevamenti e visitava i caseifici che si trovavano nelle sue tenute di Piantadoro e Castellazzo. In queste pagine ci sono gli aspetti storici, frutto di raccolte documentali e di testimonianze, che tratteggiano lo scenario agricolo di un tempo in cui Giuseppe Verdi si muoveva con agilità ma, soprattutto, pongono in luce l’incontro tra due arti, quella della musica e quella casearia – entrambe divenute patrimonio universale, grazie alle opere magistrali di Verdi e a Grana Padano Dop – che hanno saputo guardarsi reciprocamente con grande rispetto e con la profonda consapevolezza di una radice comune che affonda nel terreno piacentino.
Qui, hanno preso vita arie famose che hanno incantato i grandi teatri europei e, qui, è divenuta grande un’eccellenza alimentare come Grana Padano il cui cammino è iniziato dall’esperienza cistercense e che qui ha trovato il luogo migliore per crescere e diventare quell’icona di gusto e qualità apprezzata dai palati di tutto il mondo.
C’è un profondo sentimento in queste pagine ed è quello dell’amore per la tradizione a cui si unisce un profondo legame fatto di persone e quotidianità.
Il Verdi imprenditore agricolo è tutto da scoprire, è un lato meno noto di uno dei grandi protagonisti della storia d’Italia ma, non per questo meno affascinante.
Questo libro non è “un altro libro su Verdi”, è una tessera importante e bellissima che compone un mosaico storico in cui ci si addentra negli aspetti meno noti del Maestro che tutto il mondo ci invidia, un quadro fatto di vicende quasi domestiche, di dialoghi tra le persone e di questioni locali, il tutto tenuto insieme dal saper fare bene un mestiere antico. Si scopre quindi un Verdi meno conosciuto, una persona – oltre che un personaggio – che in vita ha voluto restituire alla sua gente un po’ di quella fortuna derivante dalla sua attività musicale e agricola, come si evince dall’ospedale costruito a Villanova D’Arda per il quale è stato fondamentale il suo impegno finanziario. E’ un viaggio lungo 130 pagine che si snoda tra racconti, documenti, dipinti e fotografie, in un luogo unico che meriterebbe ancora più risalto di quello che ha e che noi abbiamo potuto apprezzare in una “tre giorni” inaspettata per bellezza e intensità delle esperienze vissute e degli incontri fatti.
La presenza di Giuseppe Verdi in queste terre piacentine ha lasciato un segno indelebile che non si può non scoprire in tutta la sua bellezza e che lascia un sapore inconfondibile, così come è inconfondibile il sapore di quel formaggio, nato secoli fa, che oggi rappresenta la migliore sintesi tra storia, territorio e attività umana in un equilibrio di rara bellezza.