Kavim. La vendetta del Santo
–Ahmet Ümit –
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 498
Editore: Casa editrice Altano
Un uomo disteso su un divano con un pugnale a forma di croce conficcato nel petto, accanto una Bibbia lasciata aperta, alcune frasi sottolineate con il sangue e il nome di un santo siriaco scritto a lato della pagina… Inizia così una nuova indagine per il commissario Nevzat e i suoi assistenti, alla scoperta delle radici del cristianesimo e dei popoli antichi che abitano l’Anatolia.
In un viaggio nella storia della Turchia dall’antichità fino ai giorni nostri Ahmet Ümit ci regala una nuova emozionante avventura e tra santi reincarnati, un’affascinante regina della mafia di Istanbul e un professore di teologia ateo si interroga sul grande tema centrale dell’opera: che cos’è la giustizia?
Un intreccio intrigante di personaggi e situazioni costituiscono la base di questo giallo di Ahmet Ümit che con queste pagine regala al lettore innumerevoli emozioni che traggono origine da una nuova indagine che vede protagonista il commissario Nevzat e la sua squadra di assistenti.
Questo libro non è soltanto il racconto di un’indagine che scaturisce da un macabro omicidio ma è un viaggio in un tempo sospeso tra quello di una Turchia antica e i giorni nostri, un’avventura letteraria che avvolge il lettore ponendolo anche di fronte all’interrogativo su quello che è il senso della Giustizia.
Simboli religiosi, elementi che fanno da ponte tra culture e religioni diverse (come è nel dna di questo Paese) e simboli antichi, angoli loschi della società e personaggi legati alla malavita sono solo alcuni degli elementi che compongono l’ordito della trama di questo libro la cui eterogeneità degli elementi e il loro intersecarsi costituisce uno dei principali caratteri di fascino di quest’opera di Ümit che trascina letteralmente il lettore in un’atmosfera dai tratti ancestrali.
Leggendo questo libro, come succede solo nei gialli dalle trame ben tessute e strutturate, ci si perde tra le vicende di carattere poliziesco più marcatamente legate alle indagini ma si gusta anche un aspetto culturale della Turchia, della sua gente e dell sua Storia, che costituiscono una vera ricchezza e la idea distintiva di queste pagine.
I divoratori di gialli e di polizieschi sapranno amare questo libro che rispetta a pieno i canoni classici di questo genere ma, resteranno piacevolmente sorpresi dalla caratterizzazione delle atmosfere e dei collegamenti storici attraverso i quali l’autore ci racconta il suo Paese e la sua gente.
È una lettura scorrevole e particolarmente affascinante grazie ai numerosi collegamenti storico religiosi che consentono di scoprire aspetti interessanti anche del contesto storico politico di un luogo il cui fascino resta immutato da secoli e che pare essere uno dei migliori scenari in cui ambientare narrazioni ricche di mistero.
Ahmet Ümit è nato a Gaziantep nel 1960, ha studiato all’Università Marmara di Istanbul dove si è laureato nel 1983. Tra il 1985 e il 1986 ha studiato Politica all’Accademia delle Scienze Sociali di Mosca. Autore di più di 20 best-seller, tradotti in 60 lingue con 4 milioni di copie vendute, è il più importante scrittore di gialli della letteratura turca contemporanea. Alcuni dei suoi romanzi sono stati adattati per il grande schermo e la televisione. Attingendo al particolare background politico e storico della Turchia, Ümit approfondisce la psiche dei suoi personaggi e intreccia appassionanti storie di omicidi e intrighi politici.