La segnatrice
– Elena Magnani –
Formato: Copertina rigida
Pagine: 407
Editore: Giunti
Siamo nel 1944, gli Alleati procedono verso il nord d’Italia e per i partigiani si tratta di resistere alle ultime rappresaglie tedesche. È quello che succede a Piazza al Serchio, dove si insedia una squadra di nazisti, mentre i giovani, nascosti nei boschi, tentano di sabotarli. La loro arma segreta: Anna, occhi neri e vivaci, che è entrata a far parte della resistenza e si è infiltrata come spia nel comando tedesco locale. Il suo compito è ingraziarsi il tenente Matthias Von Bauer, un uomo indurito dalla guerra e da grandi delusioni, e passare informazioni ai compagni. Inizialmente Anna vorrebbe maldocchiarli tutti quei tedeschi arroganti, ma come Segnatrice deve solo praticare il bene. Da anni infatti, ogni vigilia di Natale, la zia le tramanda questa pratica segreta che permette ai prescelti di guarire corpi e anime attraverso speciali gesti e preghiere. Solo chi ha un animo puro e sente dentro di sé il desiderio di curare e di aiutare il prossimo può portare avanti questa tradizione. Ma non è sempre così facile gestire questo dono, capire qual è il confine tra il bene e il male e non rompere un delicato equilibrio. Soprattutto quando la guerra minaccia la tua famiglia, soprattutto quando l’amore nasce dove non deve e il futuro è più incerto che mai. Un romanzo potente, che ci trasporta nel periodo più buio e allo stesso tempo più luminoso della nostra storia: la Resistenza, che fa da sfondo a vicende ricche di fascino ed emozione e a un intreccio di sentimenti contrastanti.
Se cercate “Segnatrici” su internet vi si aprirà un mondo fatto di leggende e storia, figure, soprattutto donne, tradizionalmente della Garfagnana che, fino agli anni Ottanta, curavano con gesti e formule persone e animali, allontanando il male e provando a donare serenità.
Il romanzo di Elena Magnani ha come protagonista proprio una Segnatrice, Anna, una giovane ragazza che si trova a dover gestire questo “dono” in uno dei periodi più bui della storia italiana, quello dell’occupazione nazista.
Si evince dal contesto storico che la Garfagnana, luogo in cui è ambientata questa storia, è ormai in balia di occupanti e partigiani, tutti in attesa di uno scontro che viene rimandato grazie alla Linea Gotica che tiene gli Alleati ancora a distanza.
È in questo contesto, teso e opprimente, dove i pascoli e il cibo vengono razziati e dove la fiducia viene a mancare anche nei confronti del prossimo, che una guarnigione di nazisti si insedia proprio nella casa di Anna, costretta ad andarsene con la madre dalla cognata, nutrendosi di quel prezioso latte che la sua mucca ancora riesce a produrre.
Diffidente ma dall’animo buono, Anna dona i suoi “segni” alle persone a lei care, provando a donare benessere e serenità in un periodo doloroso e teso, reso ancor più difficile dalla mancanza di un fratello prigioniero in Germania e dall’altro fratello unito alle bande partigiane che sabotano e attaccano i tedeschi scendendo dalle montagne.
I soldati nazisti insediati nella casa di Anna fanno capo a Matthias Von Bauer, uomo duro all’apparenza ma segnato da un tradimento familiare che lo tormenta.
L’incontro con Anna giunge non a caso, il soldato spera di poter usare la ragazza come capro espiatorio per coprire la spia che passa informazioni sui partigiani.
La stessa Anna crede invece di poter “spiare” da vicino i soldati per passare informazioni alla Resistenza rendendosi parte attiva nella lotta all’invasore, lottando anche contro la voglia di maldocchiare e maledire chi fa così tanto male al suo piccolo Comune.
La frequentazione dei due però non va secondo i piani, la vicinanza per interessi personali lascia presto spazio alla confidenza e a piccoli gesti che si insinuano tra i due complicando non poco le cose.
Tra pericoli da evitare, occhi indiscreti e ordini dall’alto, per i due sarà sempre più difficile stare lontani, lottando tra sentimenti e necessità, tra ordini e crudeltà che sempre più spesso avvengono tra la gente comune e in cui Anna si vedrà sempre più coinvolta emotivamente anche nell’elargire quel dono che dovrebbe fare del bene ma che in una situazione così tesa diventa difficile da gestire.
Il romanzo storico di Elena Magnani è un equilibrato e raffinato panorama dell’Italia del 1944, periodo non facile in cui ambientare una storia d’amore senza cadere nella poca credibilità, pericolo sfumato grazie alla capacità dell’autrice di rendere ogni pagina autentica e di grande valore emotivo.
I sentimenti stridono con la sofferenza che emerge da queste pagine, frutto di atti barbari e vigliacchi che la Storia ci ha insegnato.
La segnatrice arricchisce una storia toccante con quell’aura buona che viene messa alla prova dai colpi ripetuti in cui la povera gente paga le conseguenze.
Saper descrivere così bene i contrasti interiori che i protagonisti vivono rendendo adrenaliniche le vicissitudini di Piazza al Serchio, condisce questa storia con elementi differenti ma omogeneamente distribuiti.
Ho trovato queste pagine toccanti, romantiche ma anche sofferte, rabbiose, vivide e piene di speranza, sentimenti così contrastanti, come questa storia, che rimangono impresse e da cui difficilmente ci si stacca senza provare amarezza e commozione.
Un romanzo che mette a dura prova la nostra empatia, che ancora una volta ci mette di fronte alle parentesi cariche di sofferenza della Storia, dove emergono personaggi femminili diversi e struggenti che proprio oggi, nella Festa della Donna, è importante poter raccontare.
Una madre, una zia, una figlia e una cognata che lottano con i sentimenti diversi che le abitano, riempiendo questa storia di sfumature che escono una a una tratteggiando una vicenda capace di unire amore, guerra, Storia, sofferenza, incredulità e tradimenti ma soprattutto permettendoci di conoscere l’antica tradizione delle Segnatrici.
Elena Magnani è nata a Genova ma vive da anni in alta Garfagnana. Lavora come copywriter e, come imprenditrice digitale, è la creatrice di scrittorifelici.me.
Dopo aver pubblicato dei romanzi di genere con alcuni piccoli editori, La segnatrice è il suo primo romanzo letterario.