Tutto per il futuro
– Festim Kola –
Formato: Copertina flessibile
Genere: Romanzo
Pagine: 134
Giudizio Sintetico
Quanto valore ha una libertà priva di dignità? In Albania si può solo obbedire. O morire. L’autore ci consegna la storia di un’emigrazione drammatica resa necessaria dall’amore di generazioni nate tra povertà, oppressione e rivolte armate. La vita di un figlio strappato ai genitori, tra arresti, torture, silenzio. Tutto per il futuro, è la cruda verità su come quarant’anni di dittatura possano portare una popolazione alla totale arretratezza economica, sociale, culturale e le ragioni che spingono un essere umano a oltrepassare i propri confini, nella consapevolezza di dover “attraversare la morte”. È la lotta per la dignità, attraverso la libertà.
“Tutto per il futuro” ci conduce in Albania a cavallo tra gli anni 80 e 90 dove, privati della libertà e soggiogati da un’obbedienza divenuta ormai inaccettabile, una famiglia compie scelte dolorose in nome di un futuro che non è mai troppo tardi per riscrivere.
Kamil, questo è il nome del protagonista, decide di partire dalle coste dell’Albania per provare a trovare, anche se attraverso la clandestinità, una svolta economica per poter far fronte alle necessità di una neonata famiglia che lo attende in patria.
Quella che però pare essere una scelta momentanea si rivelerà presto un bivio da cui sarà difficile tornare indietro poiché la storia sociale e politica dell’Albania sembra non riuscire a dare stabilità a una popolazione ormai allo stremo anche dopo svolte che sembrano epocali.
La determinazione, i sogni, l’amore ma soprattutto una famiglia molto unita, sapranno colorare le pagine di questo libro con sfumature molto diverse, non sempre felici, ma autentiche e frutto di una storia vissuta realmente dalla famiglia dell’autore.
“Tutto per il futuro” è un romanzo che riesce a dare, attraverso una narrazione veloce e immediata, una panoramica diretta e autentica sulle difficoltà sociali e politiche dell’Albania negli anni 90 unite al flusso migratorio che ha visto tante persone lasciare la propria terra natia per cercare futuro, libertà ma anche una meritata serenità in Italia.
I punti di vista che l’autore ci dà attraverso questa storia sono principalmente tre: quello del protagonista, che lascerà per ben due volte la propria terra in cerca di un futuro in Italia, quello della moglie che rimarrà invece in Albania provando ad estraniarsi dalla situazione politica per fare al meglio la madre e la moglie, e in ultimo anche quello di un personaggio che ci darà l’opportunità di vedere il lato più oscuro della storia, quella di un regime che ha causato tanta sofferenza anche dopo la sua caduta e di un tratto violento che ha caratterizzato il passaggio tra il Paese di provenienza e quello di arrivo.
Quello che mi ha colpita di questa storia è ovviamente il fatto che tutto ciò che viene narrato in queste pagine è la trasposizione romanzata dell’esperienza vera e dolorosa, ma anche ricca di amore e determinazione, della famiglia dell’autore.
La storia, che ci viene raccontata senza perdersi in descrizioni e dettagli ma con un ritmo sostenuto e attenendosi soprattutto ai fatti e lasciando spazio alle emozioni dei personaggi, permette al lettore di avere una panoramica su quella che è stata la storia albanese e un input autentico a voler approfondire un passaggio storico e sociale che tutti, perlomeno la mia generazione, quella dei miei genitori e dei miei nonni, hanno vissuto sulla propria pelle e di cui comunque possiamo ancora trovare traccia nelle persone che quotidianamente frequentiamo.
Ho apprezzato molto la rapidità della storia che riesce a darci, in poco più di cento pagine, l’intero quadro e l’intera struttura politica e sociale dell’Albania, della drammaticità delle traversate che venivano affrontate per giungere in Italia con tutto il carico di violenze e dolore che a volte portavano con sé, ma soprattutto poi con la bellezza di un amore che riesce a resistere alla lontananza, alle difficoltà, e alle sofferenze per un futuro insieme e una vita da ricostruire mantenendo intatta la propria cultura, il proprio amore per la patria ma abbracciando un nuovo paese capace di poter dare la vita che i protagonisti di questa storia hanno sempre desiderato.
Festim Kola è nato a Durazzo nel 1993. Dopo le tragiche rivolte dovute all’Anarchia albanese, nel 1997 si trasferisce a Prato, città dove tutt’oggi vive e lavora.