Per amor proprio
– Simona Rugiero –
Non potrai mai attraversare l’oceano se non hai il coraggio di perdere di vista la riva (Cristoforo Colombo)
Formato: Copertina flessibile
Genere: Romanzo
Pagine: 92
Giudizio Sintetico
Una panchina di fronte l’oceano, una vecchia signora e poi, una giovane donna apparsa dal nulla. Scopriranno di essere la fame e la sete l’una dell’altra. Scopriranno che nulla resiste senza amore, scopriranno che il corpo perisce, ma se dentro di sé c’è un seme di libertà, si può sempre gioire di un oceano in tempesta. Un romanzo che racconta come, senza neanche accorgercene, il mal di vivere possa impossessarsi della nostra mente. Un inno a rialzarsi.
Non immaginavo si potessero racchiudere così tante emozioni in così poche pagine, elementi essenziali dosati e racchiusi in una storia che lascia la pelle d’oca giunti all’ultima pagina.
La protagonista, Adele, ha lasciato la vita di città per trasferirsi in un luogo silenzioso, affascinante, dove la quotidianità e il tempo sono scanditi dalla cura di dettagli nelle piccole cose e da pochi rapporti di amicizia.
Ogni giorno è un’occasione per isolarsi e pensare e Adele ama farlo su una panchina che guarda il mare, da sola, fino a quando una donna, quasi comparsa dal nulla, invade questo isolamento iniziando a raccontare, liberando se stessa ma soprattutto rendendo Adele desiderosa di nutrirsi dei racconti di questa donna per curare il proprio animo.
Un confronto quotidiano che diventa necessario per trovare il raggio di sole capace di varcare l’immobilità di quell’orizzonte che Adele guarda ogni giorno.
Parole dosate, pensate e scritte su carta, uno sfondo magico, silenzioso e lontano dalla frenesia delle città, tutti elementi che potrebbero portarci a credere che la protagonista abbia trovato il suo mondo, il suo spazio perfetto fuori da quel mondo che credeva imperfetto.
Ma le sue giornate cadenzate, organizzare e all’insegna di se stessa non riescono a scardinare quei pensieri che solo l’incontro misterioso con una donna sa smuovere.
Gli incontri con Rose sanno sradicare l’isolamento e l’apparenza perfezione ma soprattutto turbare la protagonista, così tanto da sentire la necessità del confronto, prima ascoltando domande non rivolte a lei e poi lasciandosi trasportare dalle sensazioni che le risposte provocano liberandosi nell’aria.
Un gioco di ascolto ed emozioni che si fondono con il panorama circostante, il mare, una panchina e il lettore.
Tutto ciò che è contenuto in questo piccolo libro può diventare un dono per il lettore che può far sue le tematiche e le riflessioni in esso contenute, pagine che parlano non solo ad Adele ma al lettore stesso.
La sensazione appagante che ha creato in me questo romanzo è indescrivibile, ben scritto, equilibrato e curato da Simona Rugiero, semplice ma profondissimo.
Una lettura da regalare ai nostri affetti, a chi ha bisogno di una carezza e forse anche aprire gli occhi sulla bellezza di riscoprire noi stessi e imparare a fare i conti con i fallimenti che fanno parte della vita e da cui possiamo trarre grandi insegnamenti.
Intervista all’autrice
Come nasce l’idea di questo libro?
L’idea del libro nasce da un’esigenza personale. Volevo raccontare, in maniera diversa, un disagio che mi portavo dietro. Volevo raccontare, quello che con la voce, non riuscivo ad esprimere. Ed è stato un viaggio intenso, inaspettato. Sono riuscita, attraverso la scrittura, a comprendere meglio alcuni aspetti di me stessa. Tutto questo grazie ad una persona che, senza troppo peso, mi ha proposto di scriverlo ed io senza troppe pretese, l’ho scritto.
Cosa c’è dell’autrice in questa storia?
Premetto che il romanzo è inventato di sana pianta, ovviamente però, c’è qualcosa di me.
Nella vita ci sono momenti in cui smetti di combattere, questo perché? Perché quello per cui combatti, non è quello che vuoi tu. Non è quello di cui hai bisogno. Perciò, le strade sono due: o molli del tutto e ti lasci andare allo scorrere insipido della vita, oppure, smetti di fare ciò che stai facendo, ti guardi dentro e reagisci. Nel mio libro, di me, c’è questo.
Ho preferito non lasciarmi andare alle scelte che avevo fatto, e che non mi calzavano. Ho preferito cambiare punto di vista, anche se era difficile farlo e sapevo che non avrei trovato l’appoggio di molti. Nel mio libro, di me, c’è la voglia di non ascoltare quella voce interiore, che se prende il sopravvento, fa sì che l’esistenza sia un cammino angosciante e triste, anziché, un viaggio lieto da intraprendere e all’avventura.
Qual è il passaggio a cui sei più affezionata?
Il passaggio a cui sono più affezionata è il penultimo. Il capitolo “Eri tu” è la svolta, è la rinascita. É la chiave di volta. É come un fiore appena sbocciato: candido, pulito, profumato. Sembrerà un ossimoro, ma è anche un punto che determina la fine. La fine di un tempo che non ha ragione d’essere vissuto. La fine di una vita, per la rinascita di un’altra. Sono affezionata a questo capitolo, perché ricordo ancora al sensazione che provai, quando lo scrissi. Mi sentii impalpabile, evanescente. Leggera come una foglia nel vento. Sensazione che augurerei a chiunque di provare.
Cosa vorresti che il lettore conservasse in se di queste pagine?
Vorrei che il lettore comprendesse quanto sia bello provare empatia per sé stessi. Provare amore per sé stessi.
Vorrei che il lettore conservasse l’idea di doversi capire, perché per capire il Mondo, per emozionarsi di ciò che questa magnifica Terra ci offre, bisogna prima di tutto, comprendere sé stessi. In ultimo, vorrei che si portasse dietro un senso di libertà e di leggerezza in grado di fargli vivere la vita con un gusto diverso. Perché tutti, affrontiamo periodi privi di luce, ma dovremmo ricordarci che c’è sempre qualcuno, accanto a noi, che sta combattendo una battaglia più dura della nostra. Dovremmo quindi, prendere ciò che viene con un sorriso in più, senza vestirci di inutile tristezza.
Simona Rugiero nasce in Calabria. Si laurea in Scienze Biologiche all’Università di Torino. Decide dopo alcuni anni di cambiare vita e si dedica a ciò che la fa stare bene: scrive, dipinge, viaggia, impara. Dice che vorrebbe un mondo più gentile, e i suoi libri sono un monito alla gentilezza. Verso chiunque.