Medioevo
– Elvio Ravasio –
Non bastano ottocento anni di vita per dimenticare il ricordo di un momento. Le lacrime appartengono alla storia, sono la causa del mio presente ma non decideranno il mio futuro.
Formato: Copertine flessibile
Genere: Fantasy distopico
Pagine: 439
Giudizio Sintetico
Passato e presente si intrecciano. Siamo nell’anno 2354, una casta elitaria conosce l’immortalità e l’uso insensato uso della tecnologia sta portando alla devastazione il pianeta. Un vecchio mago e una giovane strega uniranno i loro poteri contro i biocyborg al comando. Solo un viaggio nel passato può rimediare a un futuro senza futuro, ma questa tecnologia ancora non esiste. Cosa succederà?
Scrivere di “Medioevo” è un’impresa ardua; il romanzo di Elvio Ravasio è complesso, caratterizzato da un tessuto narrativo articolato e numerose sfere diverse che toccano punti differenti di più generi letterari.
La trama del romanzo ci porta nel 2354 dove, in un pianeta devastato e governato da un regime di pochi, un omicidio scuote un piccolo quartiere.
La vittima è Rose e grande scalpore, oltre alla sua morte, lo da il rapimento della figlia Ann, portata via da militari senza apparente motivo.
Una ragazza di vent’anni, quale pericolo può rappresentare per la società?
Da questo inizio si snoda poi una vicenda complessa dove giocano ruolo fondamentale la storia di Ann, di un misterioso mago, dei loro cacciatori, del sistema legato alla casta che decide e controlla, e a una rivoluzione che inizia dal basso per cambiare le cose.
Oltre alla trama complessa e variegata, la caratteristica che porta questo romanzo a essere così particolare è l’unione, come dicevo prima, di generi diversi che convivono tutti in modo ben costruito e sensato, un’ottima opportunità per gli amanti di un genere variegato ricco di storie che non smettono di stupire.
È un libro distopico, fantasy, a tratti storico e fantascientifico dove non manca un’impronta legata alla salute del pianeta e alle riflessioni sull’inquinamento urbano.
C’è magia, telepatia, tecnologia, un concentrato di caratteristiche che, oltre a essere ben contestualizzate, vengono anche spiegate, analizzate e presentate in modo approfondito e mai superficiale.
La storia è scorrevole e si legge voracemente, la scrittura è curata e attenta con un numero esiguo di refusi.
Bellissima anche l’idea di inserire illustrazioni che aiutano l’immaginazione e la creazione dello sfondo in cui è ambientata la storia e i personaggi in essa contenuti.
È inoltre uno dei pochi romanzi in cui ho trovato uno dei personaggi preferiti tra le fila del “male”. Ho amato la caratterizzazione di Medea, il suo modo di agire, pensare ed essere, per quanto ovviamente discutibile, ma decisamente affascinante!
Elvio Ravasio in queste pagine dimostra le sue capacità di scrittura, immaginazione e creazione di elementi e dettagli che fanno di Medioevo un romanzo degno di nota.
Per quanto questo genere si discosti dal mio gusto personale, è innegabile la portata e la potenzialità di questa storia e del suo autore!
La Biografia dal sito dell’autore Elvio Ravasio:
“Scrivo per passione, cerco di trasmettere la stessa emozione che provo mentre racconto le mie avventure. Immagino la scrittura come un percorso nel quale non si veda la luce alla fine del tunnel ma un alternarsi di fonti luminose che si accendono lungo il tragitto. Una ricerca della parola giusta, della tecnica migliore, dell’aggettivo più incisivo per rendere il racconto brillante. Un evolvere della dialettica e una crescita personale finalizzate alla ricerca della storia perfetta.
Mi cibo di libri fantasy come se non ci fosse un domani. Amo leggere i classici ma mi piace anche scoprire autori nuovi, che siano emergenti o meno. Anzi, di solito alterno la lettura di un autore famoso a uno emergente. Devo ammettere che ho letto libri di autori sconosciuti che non hanno nulla da invidiare a colleghi famosi.
Sebbene i miei scritti si rivolgano ai giovani, negli anni di promozione che ho alle spalle, sono rimasto piacevolmente sorpreso da come anche un pubblico adulto abbia apprezzato le mie storie. Uso uno stile diretto, pulito e avvincente, scevro da fronzoli e archetipi convenzionali. Credo sia la sincerità della mia scrittura a catturare un pubblico eterogeneo.”