Cambiare l’acqua ai fiori
– Valérie Perrin –
Perché si va verso certi libri come si va verso certe persone? Perché siamo attratti da determinate copertine come lo siamo da uno sguardo, da una voce che ci sembra conosciuta, già sentita, una voce che ci distoglie dal nostro percorso, ci fa alzare gli occhi, attira la nostra attenzione e cambierà forse il corso della nostra esistenza?
Formato: Copertina flessibile
Giudizio Sintetico
Vincitore nel 2018 del Prix Maison de la Presse, presieduto da Michel Bussi, con la seguente motivazione: “Un romanzo sensibile, un libro che vi porta dalle lacrime alle risate con personaggi divertenti e commoventi”.
Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Ricorda un po’ Renée, la protagonista dell’Eleganza del riccio, perché come lei nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una storia piena di misteri. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale.
Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento le cose prendono una piega inattesa, emergono legami fino allora taciuti tra vivi e morti e certe anime che parevano nere si rivelano luminose.
Ho iniziato, qualche tempo fa, a vedere questo libro ovunque.
Cambiare l’acqua ai fiori conquistava feed instagram, blog, gruppi dedicati alla lettura su Facebook e, ovunque leggessi, il ritorno che ne avevo era di assoluto stupore di fronte a tanta bellezza.
Quando l’editore mi ha proposto, dopo mesi dal successo di questo passaparola, di leggere il libro della Perrin, ho accettato con piacere, volevo toccare con mano la storia che tanto bel rumore aveva prodotto.
Che dire, non succedeva da temo che, chiusa l’ultima pagina, rimanessi in silenzio trovando il coraggio di riordinare le idee.
Questo romanzo spiazza, perché riesce a creare luce dove c’è solo buio e lo fa raccontando una storia drammatica e dolorosa, dalla narrazione avvincente e dai personaggi perfettamente contestualizzati, che riesce però a infondere forza e speranza, come i vestiti della protagonista che nascondono, spesso sotto strati di grigio, note allegre e colorate.
Commovente e delicato, Cambiare l’acqua ai fiori è la narrazione della vita di Violette, guardiana di un cimitero della Borgogna che nasconde, tra i silenzi che accompagnano la gente in visita, tante storie mai raccontate, prima tra tutte la sua.
Mentre la pagine ci raccontano presente e passato, una nuova storia si aggiunge a le numerose già presenti quando un poliziotto si presenta al cimitero chiedendo che la madre possa vedere realizzate le sue volontà di essere seppellita con quello che per lui è uno sconosciuto.
Violette è quella donna che si prende cura dei morti e ne accompagna il dolore delle famiglie, è quella che sistema i dimenticati, accoglie gli animali orfani, e offre una calda bevanda quando il dolore ha bisogno di essere raccontato. Ma chi si prende cura di Violette? Quali circostanze e dolori l’hanno condotta in un limbo personale circondata dal silenzio dei morti?
La storia che la Perrin ci narra è come una corda a cui sono legate alle estremità la sofferenza e la libertà. Se da una parte il peso viene condotto sul fondo, dall’altra si carica di forza per ripartire e cercare, forse inconsciamente, qualcuno che poi si prenda cura di quella libertà conquistata proteggendola e donandole nuova vita.
Cambiare l’acqua ai fiori è una storia capace di far sorridere nella disperazione, di infondere speranza scoprendo la durezza della vita, di commuovere, ferire, coccolare, arrabbiare, spiazzare, colpire e curare, mescolare vite e rendere luminose nuove strade.
Questo romanzo è immenso, non sempre facile da affrontare, ma agisce come un medicinale nel raccontare la molteplicità della vita a cui solo la morte può mettere la parola FINE… o forse no.
Valérie Perrin lavora da sempre nel mondo dell’arte e per anni è stata fotografa di scena delle più importanti produzioni cinematografiche francesi, tra cui quelle del marito Claude Lelouch. Il suo talento nel cogliere attraverso l’obiettivo situazioni, atmosfere, emozioni le ha fatto conquistare numerosi premi.
Mi hai emozionato con questa recensione!
Lo recupererò non appena riavrò il mio Kindle a fine mese. Devo dire che già la copertina e il titolo trasmettono delicatezza, quindi sono curiosa di vedere se anche il contenuto mi emozionerà come ha coinvolto te. Ne sento il bisogno in questo 2020 un po’ avaro di emozioni libresche! Grazie per il suggerimento!