Oggi è giorno di recensione!! Ma questa volta vogliamo, come anticipato ieri, provare a dare un’opinione singola e personale di un libro che abbiamo letto in contemporanea, quasi fosse una gara! Lasciamo a voi stabilire o provare ad immaginare a chi dei due appartiene l’una o l’altra.
L’estate in cui accadde tutto
Collana: Tea Biblioteca
Genere: Epico/Storico
Formato: Brossura Pagine: 556
Giudizio sintetico
Maggio 1927: Charles Lindbergh, da perfetto sconosciuto, diventa un eroe, compiendo la prima trasvolata atlantica da Long Island a Parigi.
Questo è solo l’inizio di un’estate costellata da eventi memorabili che cambieranno per sempre l’America, il mondo e la vita di tutti noi..
Recensione:
Solo un giornalista, com’è Bill Bryson, allenato alla scrittura scorrevole, ordinata e con una straordinaria capacità di collegamento dei fatti, poteva raccontare la storia di eventi e personaggi così estremamente diversi tra loro, accomunati “soltanto” dallo spazio temporale della narrazione: il 1927. L’estate del 1927, in America: “L’estate in cui accadde tutto”.
Tante storie, lungo le oltre 500 pagine del libro, ricche di aneddoti, di caratterizzazioni, di particolari pubblici e privati.
La straordinaria impresa di Charles Lindbergh a bordo del suo Spirit of St. Louis fa da filo conduttore a tutto il libro, storia sulla quale si innestano veri e propri miti popolari dell’America di quegli anni, primo tra tutti, Babe Ruth, stella che brilla eternamente nel firmamento dei New York Yankees, e poi Henry Ford, Al Capone, Sacco e Vanzetti e tanti altri che hanno fatto più o meno grande la Storia statunitense. Bryson offre una fotografia particolareggiata, quasi animata, di un’America caratterizzata dall’ascesa di Hollywood, dallo sfavillio dei teatri di Broadway, dai riti popolari dei grandi incontri di baseball, dalla diffusione delle nascenti trasmissioni radiofoniche, dal proibizionismo, dalle pagine buie del Klu Klux Klan fino al vacillare della più grande economia mondiale del tempo. E poi, c’è la sapienza dell’autore nel legare posti molto lontani tra loro: New York, Parigi, Detroit e molti altri luoghi simbolo degli anni ’20.
“L’estate in cui accadde tutto” non è “semplicemente” il racconto dell’America di 89 anni fa, è anche, soprattutto, un interessante spaccato sulla vita degli americani, vizi e virtù comprese.
Fatti che hanno preso vita oltre l’Atlantico, raccontati con vera maestria, senza mai dare spazio ad un briciolo di noia, successi e sciagure di un Paese al di là dell’Atlantico…mentre in Europa si preannunciava l’arrivo delle sciagure che portarono al Secondo Conflitto Mondiale.
Un libro geniale, frutto del lavoro di penna di un giornalista e scrittore che è riuscito a legare la storia di Lindbergh ad un intreccio narrativo degno di un libro di storia contemporanea.
Visitare il National and Space Museum di Whashington è un privilegio, perdersi ad ammirare lo Spirit of St Louis che accoglie i visitatori dal 1928 nell’imponente atrio, pura magia!
Ho avuto la fortuna di ammirare il leggendario aereo nel Dicembre 2011, ottantatre anni dopo che lo stesso Charles Lindbergh lo portò allo Smithsonian Intitution, e rivederlo sulla copertina di questo libro è bastato a fargli conquistare un posto nella mia libreria.
Un racconto sui quattro mesi più caldi dell’anno, riempiti di avvenimenti tanto diversi quanto memorabili, da poter vivere e apprezzare ad esattamente 89 anni di distanza
Proprio Charles Lindbergh è l’assoluto protagonista del libro, con la trasvolata atlantica senza scali che l’ha consacrato a primo grande eroe dell’aria.
Nel corso della lettura poi, si incontrano personaggi passati alla storia, Al “Scarface Capone, Herbert Hoover, Henry Ford, Babe Ruth, Sacco e Vanzetti e altri meno noti ma altrettanto interessanti che meritano di essere scoperti, il boia Robert Elliott, gli amanti omicidi Ruth Snyder e Judd Gray e tanti tanti altri…
Un anno che ha assistito alla nascita e all’esplosione di Hollywood, ai boati degli sportivi negli stadi del baseball, alla boxe delle origini, oltre che alla diffusione della radio, dei tabloid e del jazz.
Sono gli anni del Klu Klux Klan, dell’eugenetica, della compromissione delle basi di un’economia stabile.
Personaggi che si intrecciano in una costellazione di eventi che hanno cambiato per sempre il modo di vivere di un’intera epoca, uniti dalla scia dello Spirito of St Louis che collega e disegna in più di 500 pagine contorni e profili di un passaggio tangibile ancora oggi, di un’estate che ha davvero cambiato il mondo e nella quale accadde tutto e di tutto!
Bill Bryson da piena dimostrazione di grande dote giornalistica e di scrittura, riesce a catturare l’attenzione in ogni singola pagina, ponendo sotto i riflettori in modo chiaro, esaustivo ma mai noioso e a tratti divertente, fatti, costumi, notizie e personaggi che regalano nozioni e curiosità di un periodo sensazionale.
Apre e chiude ogni singola storia, intrecciandone davvero tante, in modo perfettamente ordinato, come un cerchio che si chiude intorno ad ognuna di esse.
Come lo stesso Charles Lindbergh passato da “Man of the year” secondo il Time nel 1927 a presunto filonazista pochi anni più tardi!
Bill Bryson Giornalista e scrittore statunitense. I genitori, William and Mary Bryson ebbero altri due figli, Michael e Mary Elizabeth. Iniziò gli studi presso la Drake University ma li abbandonò nel 1972 quando decise di girare per quattro mesi per l’Europa. Fece ritorno in Europa l’anno successivo, con il suo compagno di scuola Stephen Katz. Alcuni episodi di questo secondo viaggio vengono rispolverati in Una città o l’altra, che documenta un viaggio simile intrapreso da Bryson vent’anni dopo.
Nel 1975 la coppia tornò negli Stati Uniti dove Bryson terminò gli studi. Nel 1977 si trasferirono nuovamente nel Regno Unito dove rimasero fino al 1995. Durante la sua permanenza nel Regno Unito Bryson lavorò come giornalista, prima per il The Times e più tardi per l’The Independent. Nel 1987 lasciò il giornalismo e iniziò a scrivere.
Bryson, più che come giornalista, è conosciuto come autore di esilaranti libri di viaggio, contraddistinti da una grande autoironia e da una pressoché infinita serie di aneddoti che vanno di pari passo col racconto. Bryson è un uomo di grande cultura, e infatti, parallelamente ai suoi racconti di viaggio, ha anche pubblicato tre libri sul linguaggio e uno di scienza.
Fra i suoi libri pubblicati in Italia: America perduta, Una passeggiata tra i boschi, In un paese bruciato dal sole, Diario africano, Il mondo è un teatro. La vita e l’epoca di William Shakespeare.
Nel 1975 la coppia tornò negli Stati Uniti dove Bryson terminò gli studi. Nel 1977 si trasferirono nuovamente nel Regno Unito dove rimasero fino al 1995. Durante la sua permanenza nel Regno Unito Bryson lavorò come giornalista, prima per il The Times e più tardi per l’The Independent. Nel 1987 lasciò il giornalismo e iniziò a scrivere.
Bryson, più che come giornalista, è conosciuto come autore di esilaranti libri di viaggio, contraddistinti da una grande autoironia e da una pressoché infinita serie di aneddoti che vanno di pari passo col racconto. Bryson è un uomo di grande cultura, e infatti, parallelamente ai suoi racconti di viaggio, ha anche pubblicato tre libri sul linguaggio e uno di scienza.
Fra i suoi libri pubblicati in Italia: America perduta, Una passeggiata tra i boschi, In un paese bruciato dal sole, Diario africano, Il mondo è un teatro. La vita e l’epoca di William Shakespeare.
Fonte: www.ibs.it/
“I nostri ideali, le leggi, i costumi dovrebbero essere basati sulla tesi che ogni generazione, a turno, diventi custode piuttosto che proprietaria assoluta delle nostre risorse ed ogni generazione ha l’obbligo di passare questa eredità ad altri nel futuro.”
Charles Lindbergh