Solo se c’è la Luna
Formato: Brossura
Giudizio sintetico
Recensione:
La narrazione inizia con la nascita di Luna, protagonista del romanzo, in una notte di luna piena dove, dopo un giorno di travaglio doloroso, viene alla luce una piccola creatura delicata e minuta.
La madre, Gelsomina, è una giovane ragazza siciliana, semianalfabeta e poco intelligente, che vive nel suo mondo fatto di intaglio e sculture, dove l’amore vero può nascere per un pezzo di legno intagliato magnificamente.
Gelsomina a sedici anni, costretta dalla famiglia, ha sposato il cinquantenne Girolamo Franzò, tornato dall’America dopo trent’anni nel nuovo mondo e con grandi progetti di “marketinghi e bisnés” per l’arretrata isola che non conosce la grandezza dell’ingegno e dello sviluppo.
Girolamo, americanizzato Gerri, possiede una fabbrica di saponi, la “Gerri Soap” e tutto ciò che ruota attorno a lui e alla sua vita diventa fonte di ispirazione per nuovi “bisnés”.
Anche la nascita di Luna, figlia femmina e non futuro erede masculo dell’impero Franzò, dopo una delusione iniziale per il sesso (nascosto molto bene all’ostetrica del continente per far vedere la mente aperta e la modernità di pensiero), diventa spunto per una nuova linea di saponette.
Luna, crescendo, si scopre essere vittima di un’inguaribile malattia che la costringe a non esporsi alla luce del Sole, obbligata a vivere di notte e conoscere il mondo attraverso sguardi di buio, Solo se c’è la Luna… .
Per fare compagnia a Luna, oltre alla vicinanza retribuita della zia Ciccina Frensis, Gerri l’Americano decide, con una mirata azione di “marketinghi”, di convincere una giovane ragazza madre, desiderosa di partire per l’America per rifarsi una vita, a lasciargli in custodia momentanea la figlia Gioiella fino a quando non sarà sistemata e in grado di provvedere ad entrambe.
Luna vive alla luce delle stelle, conosce la vita attraverso i libri, i poeti e gli scritti.
Il rapporto con Gioiella non è idilliaco, l’una invidiosa della ricca Luna dagli occhi azzurri e i capelli biondi e dal fisico minuto, l’altra gelosa della vita all’aria aperta e del rapporto con i ragazzi.
Arrivata l’adolescenza Luna vuole provare i piaceri della carne, non le bastano le teorie e i racconti scovati nei libri, vuole un uomo vero, in carne e ossa.
Organizzato l’incontro da Gioiella, Luna ne sarà delusa, e non si accorgerà che la stessa Gioiella, nutre un’attrazione possessiva ma carica d’amore per lei… .
E’ stato il primo romanzo letto di Silvana Grasso e devo dire che ho adorato il filo narrativo del libro, veloce ed estroso, e lo stile dell’autrice che incolla lo sguardo alla singola lettera e rende difficile separarsi dalle pagine di questo racconto.
La storia sembra inizialmente, un vissuto semplice tra la divisione del moderno Gerri e l’arretratezza dell’isola lasciata molto tempo prima.
La fortuna che Gerri ha riportato in patria, viene scandita dal racconto narrativo che utilizza termini “maccheronici” quando si tratta di spiegare azioni e pensieri dell’Americano.
Viene naturale, anche per una polentona come me, provare ad immaginare i dialoghi con cadenza siciliana, con quel ritmo famosissimo della parlata sicula.
Si tocca con mano il divario tra la grandezza del sogno americano, la ricchezza esibita, la superiorità ostentata e grandiosa, l’indispensabile pubblicità che diventa irrinunciabile anche nella vita e la povertà di un paese dove riti e ritmi sono dettati dall’uso comune, dalla miseria e da usanze discutibili.
La Sicilia scoperta nella notte, il lavoro in fabbrica, le usanze di inizio secolo e i pensieri arretrati, ma ben saldi ancora oggi in alcune persone, fanno da sfondo a questa storia che prenderà piede sempre più modificandosi a seconda del personaggio e dell’azione descritta.
Una narrazione spigliata e divertente quando si tratta di descrivere i pensieri e le azioni di Gerri, sboccata e viziata quando si riflettono pensieri e azioni di Luna e razionale e interiore quando si parla di Gioiella.
Gioiella, la meno acculturata e benestante con i pensieri maggiormente razionali e morali.
Luna e Gerri legati all’istinto, ai soldi e al desiderio di avere sempre di più.
Una lettura che ho amato dall’inizio alla fine, una scrittrice che ho apprezzato in ogni parola, usata sempre nel modo giusto e nel momento giusto.
Tratti sboccati che sottolineano il concetto e il pensiero, strazianti lotte interiori che si accostano parallele a superficiali desideri materiali.
Un romanzo capace di far riflettere senza cadere mai nel banale utilizzando uno stile ironico ma chiaro.
Ho definito questo romanzo semplicemente geniale, già dalle prime pagine!
______________________________
Silvana Grasso è nata a Macchia di Giarre, in Sicilia. Vive tra Gela e Giarre. È filologo classico, scrive racconti, romanzi, pièce teatrali e collabora con diverse testate. È stata assessore alla cultura del comune di Catania. Le sue opere sono state premiate con importanti riconoscimenti, tra cui: il Premio Mondello, il Premio Brancati, il Premio Vittorini, il Premio Flaiano Narrativa, il Premio Grinzane Cavour Narrativa italiana. Ha pubblicato: Nebbie di ddraunàra (La Tartaruga 1993), Il bastardo di Mautàna (Anabasi 1994, Einaudi 1997, ripubblicato da Marsilio nel 2011), Ninna nanna del lupo (Einaudi 1995, ripubblicato da Marsilio nel 2012), L’albero di Giuda (Einaudi 1997, ripubblicato da Marsilio nel 2011), La pupa di zucchero (Rizzoli 2001), Disìo (Rizzoli 2005), 7 uomini 7. Peripezie di una vedova (Flaccovio 2006), Pazza è la luna (Einaudi 2007), L’incantesimo della buffa (Marsilio 2011), Il cuore a destra (Le Farfalle 2014)
____________________________________