Quasi colpevole
– Paolo Pinna Parpaglia –
“Porti ciascuno la sua colpa e non ci saranno colpevoli.”
(Antonio Porchia)
Formato: Kindle
Giudizio Sintetico
Ricordo come se fosse ieri, i pomeriggi passati dopo la scuola a guardare in televisione Andy Griffith nei panni dell’avvocato Ben Matlock, le frasi d’effetto e tutte le fasi di processo che portavano inevitabilmente al proscioglimento dell’accusato (difeso da Matlock) e la soluzione del caso con conseguente nuovo accusato.
Prima Parry Mason poi The Guardian sul teleschermo, tutti i libri di legal thriller pubblicati negli anni, la maggior parte con protagonisti grossi avvocati americani e una dialettica invidiabile.
Ora cambia tutto, arriva l’avvocato Quirico D’Escard, impacciato, insicuro e a tratti ironicamente maldestro che dovrà difendere uno dei migliori amici da un’accusa d’omicidio.
Quirico, Gabriele, Christian ed Enrico sono liceali spensierati. Il più strano tra loro, spesso bersaglio dei bulli della scuola, è Enrico. Ma l’amicizia tra i quattro è solida. E arriverà il momento in cui dovrà dare prova della sua forza… Dodici anni dopo, infatti, Quirico D’Escard, avvocato alle prime armi, riceve un telegramma dal carcere: Enrico, l’amico di una vita, è accusato dell’omicidio di un’alunna e lo ha nominato suo difensore. Il processo si prospetta lungo e difficile e Quirico, che mai ha affrontato un giudizio penale, vorrebbe rifiutare l’incarico. Ma il suo legame con Enrico, troppo forte per essere ignorato, lo costringe ad accettare la difesa. Al di là delle schiaccianti prove di colpevolezza, Quirico è assolutamente convinto dell’innocenza dell’amico, anche perché è uno dei pochi a essere a conoscenza di una verità antica e scomoda. Una verità inconfessabile e terribile che segnerà l’inizio di una vicenda giudiziaria dai contorni inquietanti. E la conclusione del processo potrebbe non essere sufficiente a dissolvere le ombre del passato…
Lasciatemi dire che i legal thriller americani sono affascinanti, pagine e pagine di dialettica snocciolata come un fiume in piena di parole ordinate e armoniose; Lasciatemi anche dire che finalmente la perfezione è stata sostituita da un avvocato insicuro, anche impreparato, insicuro e teso, che tossisce prima di prendere parola e che viene assistito da una buona dose di fortuna.
Non ci sono eroi in questo romanzo, c’è un amico avvocato, con tutti i suoi limiti e un amico da difendere, poche prove e molte congetture.
Una trama che parte dall’infanzia dell’avvocato Quirico e giunge al presente, un gruppo di amici e le strade intraprese che si riuniscono per difendere l’amico di sempre.
Tutti i personaggi assumono tratti distintivi, sono curati minuziosamente e mantengono un’ombra che li rende vulnerabili e mai cristallini.
Non mancano i pezzi grossi e l’arroganza, clienti anziane che narrano una storia personale parallela, donne affascinanti che rappresentano la parte civile, fiumi di interrogatori e uno sfondo, la Sardegna, che regala momenti ironici e colmi di dialetto e abitudini.
Paolo Pinna Parpaglia ci fa conoscere l’avvocato Quirico D’Escard, giovane avvocato, e lo fa invitandoci ad assistere alla sua prima causa penale, dopo sole cause civili, attraverso un formato inusuale ma molto nostrano, quello della giustizia italiana, lontana dai meccanismi thriller americani (che ormai abbiamo visto e rivisto) ma avvicinando il lettore ad un nuovo e più nostrano punto di vista, con tutte le imperfezioni e le lacune annesse.
La trama è pensata nei minimi dettagli, ordinata, scorrevole e intrigante; il finale per nulla scontato e anzi, lascia interdetti e increduli.
Non nascondo che questo romanzo è stata una scoperta eccezionale, ho amato ogni singolo capitolo e spero di poter leggere presto un secondo libro con protagonista Quirico D’Escard a cui mi sono sinceramente affezionata.
Paolo Pinna Parpaglia
è nato nel 1974. Laureato in Giurisprudenza, svolge la professione forense dal 2005. Vive a Cagliari con la compagna e le due figlie gemelle. Ha lavorato per un breve periodo come collaboratore presso «L’Unione Sarda». Scrivere è una passione e un modo per evadere dagli schemi della scrittura giuridica.