Nel 1964 Berlino è la capitale di un impero che si estende dal Reno agli Urali. Il presidente degli Stati Uniti decide di recarsi in Germania per trattare con Hitler, ormai settantacinquenne e sempre al comando. Ma alla vigilia dell’incontro un gerarca nazista muore misteriosamente. Dalle indagini sul caso affidate a Xavier March, brillante investigatore berlinese, emerge il vivido ritratto di una società corrotta e scontenta, di un potere ancora forte, ma totalmente destinato alla disgregazione. Un thriller fantapolitico raggelante e grandioso. Un romanzo eccitante nato da un’ipotesi storica che fu sul punto di avverarsi e di cambiare il destino del mondo
Fatherland è un thriller distopico ambientato in un mondo dove la Germania ha vinto la Seconda Guerra Mondiale e dove la Storia è trascinata dalle conseguenze di questa versione parallela delle vicende che conosciamo.
Berlino è capitale di un vasto impero che si prepara a festeggiare il compleanno del dittatore a cui si aggiungerà la visita del presidente americano Kennedy per provare a trovare un’intesa di pace, siamo infatti nel 1964.
Alla vigilia di questi eventi un gerarca nazista viene trovato morto e ad indagare sarà Xavier March, un investigatore che sente stretta la divisa e l’obbedienza al partito.
Nonostante la Gestapo cerchi di ostacolare le sue ricerche, l’incontro con una giornalista americana lo porterà a condurre ricerche e trovare indizi che lo condurranno su una strada pericolosa ma forse in grado di annientare il potere dilagante del regime.
Nelle descrizioni accurate di Robert Harris è possibile immaginare la versione distopica ma attendibile di una Berlino capitale europea. Mi sono chiesta quando oggi l’intelligenza artificiale possa costruire un ipotetico scenario del genere riportando sul grande schermo questo thriller fantapolitico.
È una storia intensa che si snoda come una corsa contro il tempo, resa tesa dalla costante presenza degli uomini di regime e del loro violento potere senza regole.
Ho apprezzato molto la ricostruzione delle atmosfere, l’incastro della Storia reale con gli elementi di fantasia, così come ho apprezzato la trama e l’evoluzione degli eventi così come il colpo di scena finale decisamente dolceamaro.
Un thriller interessante, originale e piacevole che vive di quelle ombre, di quelle paure e di quelle atmosfere claustrofobiche che l’ambientazione rende inevitabili.
Robert Harris, laureato alla Cambridge University, è stato giornalista alla BBC, e uno dei più noti commentatori dell'”Observer” e del “Sunday Times”. È diventato famoso in tutto il mondo nel 1992 con Fatherland, il cui successo lo ha inserito a pieno titolo nel ristretto gruppo di autori che hanno ridefinito e ampliato i confini del thriller. Successo confermato da Enigma (1996), Archangel (1998), Pompei (2003), Imperium (2006), Il ghostwriter (2007), da cui è stato tratto un film diretto da Roman Polanski, Conspirata (2010), L’indice della paura (2011), L’ufficiale e la spia (2014), Conclave (2016), Monaco (2018), Il sonno del mattino (2019). Prima di dedicarsi interamente alla narrativa ha scritto numerosi saggi, fra cui una celebre inchiesta sui falsi diari del Führer, I diari di Hitler (2002). Tutte le sue opere sono edite in Italia da Mondadori.
Titolo: Fatherland
Autore: Robert Harris
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 370
Editore: Mondadori