Agnès non crede alle sue orecchie quando viene a sapere del decesso della zia. Non è possibile, la zia Colette è morta tre anni prima, riposa al cimitero di Gueugnon, c’è il suo nome sulla lapide… In quanto parente più prossima tocca ad Agnès andare a riconoscere il cadavere, e non c’è dubbio, si tratta proprio della zia Colette. Ma allora chi c’è nella sua tomba? E perché per tre anni Colette ha fatto credere a tutti di essere morta? È l’inizio di un’indagine a ritroso nel tempo. Grazie a vecchi amici, testimonianze inaspettate e una misteriosa valigia piena di audiocassette, Agnès ricostruisce la storia di una famiglia, la sua, in cui il destino dei componenti è legato in maniera indissolubile a un circo degli orrori, all’unica sopravvissuta di una famiglia ebrea deportata e sterminata dai nazisti, alle vicende di un celebre pianista e a quelle di un assassino senza scrupoli, alle subdole manovre di un insospettabile pedofilo e al tifo sfegatato per la locale squadra di calcio, il FC Gueugnon.
21 ottobre 2010 è la data che segna l’inizio di questa storia, il giorno in cui la vita di Agnès cambia per sempre.
Agnès è una donna sola, non ha più idee e motivazione per alimentare il lavoro che l’ha portata alla gloria nel cinema, vive intrappolata in un limbo tra la vita felice prima della separazione dal marito attore e il presente statico, vuoto colorato solamente dalla presenza della figlia.
La notizia della morte della zia la sconvolge, non tanto per la dipartita della sorella del padre, ma perché la zia Colette è già morta tre anni prima.
Quando torna a Gueugnon, la cittadina dove ha trascorso le estati da bambina con la zia, si trova a dover sbrogliare la matassa misteriosa che ha avvolto per anni Colette, la sua vita e il mistero sulla sua esigenza di scomparire facendo credere alla nipote che fosse morta.
Agnès ritrova le vecchie amicizie, i luoghi amati, rivive i tratteggi della personalità di quella zia silenziosa e poco appariscente che faceva la calzolaia e aveva una passione sfegatata per la squadra del Gueugnon. Ma Agnès ignora molto di quella zia, del suo passato, delle sue sofferenze e delle cose non dette, soprattutto dei segreti che ha dovuto tacere. I silenzi sono sempre stati sacri per Colette, una donna distinta e rispettosa ma ora, per la nipote, si apre una finestra sul passato: la zia infatti le ha lasciato dodicimila minuti di racconti registrati su cassette custodite in una valigia.
E per Agnés inizia un viaggio che somiglia sempre più a una doppia indagine, un passato che parla della sua famiglia, di destino e segreti, un insieme di personaggi e storie che hanno popolato la vita di Colette e che ora vivono nel presente di Agnès.
Il nuovo romanzo di Valerie Perrin racchiude una storia familiare che parla di legami di sangue e non, di amicizia, protezione, rinascita e di quel filo sottile che unisce le persone oltre la distanza e il tempo.
“Tatà” è un commovente tratteggio di vite che si colora anche di giallo, c’è infatti una parentesi importante in questa narrazione, che parla di paura, di violenza e ossessione.
Tra passato e presente si conoscono persone, le loro vite, i loro sentimenti, i segreti ma anche tutte quelle ferite che, dove il tempo non può nulla, possono essere rimarginate dall’amicizia, dall’amore.
Valerie Perrin include in questa storia non solo persone buone ma anche tante brutture di anime malate, per dare ancor più significato a una storia che evolve e si trasforma racchiudendo grandi sorprese e colpi di scena che vengono ricostruiti a ritroso, tessera dopo tessera, facendo emergere la verità dal passato e dando nuova spinta al presente per cambiare il futuro.
Ciò che amo di Valerie Perrin è il modo di raccontare le sue storie, uno stile poetico, affascinante e avvolgente che culla mentre racconta ogni sfumatura della trama e dei suoi personaggi, inserendo sottintesi e significati tra le righe che sta al lettore cogliere e di cui fare tesoro.
Una lettura elegante, variegata e imprevedibile che accarezza e scalda donando emozioni disparate al lettore che viene rapito da una storia familiare tutt’altro che prevedibile.
Valérie Perrin è una scrittrice, sceneggiatrice e fotografa francese. Autrice di romanzi di successo, Le Figaro l’ha inserita nella lista degli autori francesi che hanno venduto più libri nel 2019 e nel 2022.
Custodi di cimiteri, becchini, assistenti geriatrici, sarte, lavoratrici di bistrot, Valérie Perrin nei suoi romanzi mette in luce con uno stile poetico la durezza e la bellezza delle vite dietro le quinte, celebrandone i piccoli momenti quotidiani. Le sue opere sono pubblicate in Italia da E/O Edizioni.
Un successo quello della Perrin, che mette d’accordo pubblico e critica.
Il suo primo libro, Il quaderno dell’amore perduto, ha vinto il premio Choix des Libraires Littérature 2018, oltre a una decina di premi nazionali. Cambiare l’acqua ai fiori, suo secondo romanzo, ha vinto diversi premi, tra cui il Prix Maison de la Presse 2018, ed è stato un successo internazionale. La terza opera pubblicata dall’autrice, Tre, ha vinto il premio Babelio nel 2022.
Compagna nella vita del regista Claude Lelouch dal 2006, ha lavorato insieme a lui come fotografa di scena e come co-sceneggiatrice dei film Salaud, on t’aime (2014), Un plus une (2015), Everyone’s Life (2017) .
Nel 2024 esce Tatà, un intreccio di storie, personaggi e colpi di scena raccontati nel suo stile fatto di ironia, delicatezza e profondità.
Titolo: Tatà
Autore: Valérie Perrin
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 608
Editore: Edizioni E/O