Il romanzo penetra nelle profondità dell’animo umano inquietando e suscitando emozioni e riflessioni. La protagonista è Padma, ragazza marchiata a fuoco dalla sofferenza, che lotta per spaccare il suo guscio, crescere e riscoprirsi splendida fenice capace di volare. Dialoga con l’invisibile, scopre segreti di altre dimensioni e si lascia traghettare verso una trasformazione interiore per superare paure e limiti. L’autrice ci regala un romanzo ammaliante, che va oltre i limiti umani, e ci invita a soffermarci sui concetti di vita e morte, sull’universo, sull’ego, sulla libertà. Un vero e proprio viaggio nell’Ade, negli angoli più reconditi dell’animo. Un invito a riabbracciare l’essenza della vita in tutte le sue forme e possibilità.
Nell’abisso della paura, cosi buio e vuoto, Padma si sente sola e avvilita; l’esistenza le appare difficile, ostile e insopportabile, il suo passato l’ha segnata profondamente e la perdita della madre sembra averle dato il colpo di grazia in una vita dove sembra non esserci più spazio per la serenità.
In modo molto naturale e necessario, Padma inizia quindi un dialogo con la madre scomparsa, una confessione fiume dove rivive il passato, le violenze ma anche i ricordi di un’infanzia che ha lasciato ferite profonde capaci di condizionare l’intera vita della giovane.
Da questo dialogo interiore arriva, inaspettato, un grande aiuto da parte della madre di Padma, un invito ad analizzare tutte le sofferenze, spezzarne i meccanismi e fare pace con le proprie cicatrici per poter andare avanti lasciandosi il passato alle spalle.
“Ci siamo viste morire” è quindi un dialogo interiore a due voci che analizza la vita, il pensiero e l’anima di due donne, il passato della madre e il presente della figlia, due esistenze che si sono sfiorate, che hanno sofferto e probabilmente che mai hanno saputo dirsi le cose necessarie fino a questo momento, in questo dialogo così delicato, sofferente e intenso.
Tania Szalay impregna queste pagine di tanti elementi complessi, da di vita a uno scritto in grado di unire il dramma della sofferenza con le tappe fondamentali per un percorso di rinascita, che qui viene cadenzato proprio nel confronto tra madre e figlia. La narrazione è serrata, densa di emozioni e unicamente introspettiva: questo permette di comprendere appieno le sfumature delle emozioni e dei drammi di Padma e, nel contempo, i messaggi di speranza che la madre le affida.
“Ci siamo viste morire” è un romanzo che affronta la sofferenza senza filtri e in modo drammatico per seguire poi un percorso interiore che conduce alla rinascita personale e spirituale. Un viaggio tra le emozioni umane capace di affrontare temi variegati propri dell’animo umano nel contesto difficile dei drammi familiari, un romanzo che, passo dopo passo, permette al lettore di apprezzare e comprendere il percorso finalizzato alla ricerca dell’identità di Padma e del suo necessario rinascere attraverso il dialogo e la comprensione dell’esistenza sua e della madre.
Tania Szalay è scrittrice, poetessa e pittrice, una donna e una madre sempre pronta a mettersi in gioco che accetta le fragilità delle proprie asimmetrie ritenendole il principale mezzo per sbocciare. Tania ascolta la vita con l’orecchio del cuore qualunque cosa faccia e quando ha avvertito la necessità di condividere i suoi scritti ha detto “sì” senza esitare. Il suo non è bisogno di affermare la propria creatività ma la convinzione che ciò che può aiutare il prossimo non debba restare in un cassetto.
Titolo: Ci siamo viste morire
Autore: Tania Szalay
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 155
Editore: Planet Book