Povere creature
– Alasdair Gray –
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 408
Editore: Safarà
Chi è veramente Bella Baxter, giovane donna ritrovata nelle fredde acque del Clyde nella Glasgow tardovittoriana e riconsegnata alla vita grazie agli oscuri esperimenti di Godwin Baxter, tormentato genio della chirurgia? Sarà arduo, quasi impossibile, dare una risposta, perché Bella è molto più della donna che è stata: oggetto di folli passioni amorose, la vedremo attraversare la sua epoca passando per salotti austeri, casinò decadenti e bordelli parigini, con lo stupore di chi per la prima volta vede il mondo nella sua prodigiosa follia, incarnando – con il medesimo desiderio che desta al suo passaggio – i più alti ideali umani, senza mai smettere di suscitare scandalo per l’oltraggio più grave di tutti: vivere un’esistenza radicalmente libera.
Un libro decisamente atipico dove lo stile ricalca il romanzo nel romanzo anzi, più di uno.
Attraverso la storia di Bella, riportata alla vita dalle mani del dottor Baxter, ricuciamo la narrazione di un’esistenza nuova, una genesi che parte da una mente libera da tutti i condizionamenti culturali e morali dell’epoca in cui è narrata, la fine dell’800.
L’esperienza di Bella e della sua nuova vita ci permette di affrontare temi sociali e culturali attraverso una lente ipnotica e imprevedibile leggendo tra le righe messaggi e pensieri importanti anche per quanto riguarda le sue relazioni amorose e il rapporto con i due protagonisti maschili, il dottor Baxter e McCandless.
Nulla è prevedibile, tutto è fondamentale per comprendere le sfumature introspettive dei personaggi e le scelte ponderate e poi affrontate soprattutto sul finale dove tutto dovrebbe essere più nitido e invece viene totalmente ribaltato.
Una lettura scorrevole e decisamente interessante, atipica ma profonda, una scoperta riportata in auge dopo molti anni dalla sua prima pubblicazione grazie al film con Emma Stone.
Questo libro non ha nulla da invidiare al fratello cinematografico permettendoci un’immersione totale nella storia e nelle rarefatte atmosfere dell’epoca con le contraddizioni e le difficoltà della vita, soprattutto delle condizioni femminili dell’epoca anche se, a tratti, chiudendo questa storia mi sono sentita confusa e insicura sul reale significato dell’intera vicenda.
Arricchito da bellissime immagini, “Povere creature” è un romanzo godibile e dai molteplici significati, non eccellente ma comunque non lascia indifferenti.
Resistere al fascino di Bella è impossibile, leggere tra le righe e riflettere sul contenuto delle pagine e di ogni punto di vista è assolutamente fondamentale soprattutto per quanto riguarda proprio la protagonista che, sul finire delle pagine, diventa quasi un’altra persona rispetto a quella che abbiamo conosciuto nella prima parte.
Un romanzo che ha molto da dire e lo fa con uno stile coinvolgente, diverso e molto piacevole. Per tutti gli amanti di questo genere letterario dove la morte è solo l’inizio della storia e per tutti quelli che amano storie dai molteplici significati potrebbe rappresentare una godibile lettura.
Io andrò a cercare qualche approfondimento poiché, di fatto, credo che il significato profondo di ogni sfumatura di queste pagine non sia così palese da riuscire a coglierlo in maniera completa.
Alasdair Gray è nato a Glasgow il 28 dicembre 1934. È uno scrittore eclettico, artista, poeta e drammaturgo scozzese. Personalità poliedrica del panorama artistico europeo, nelle sue opere fonde elementi provenienti dai più diversi generi letterari, in cui il realismo si unisce all’elemento fantastico, la satira sociale al dramma, e lo humour è sempre al servizio della verità della narrazione. L’opera più nota è il suo primo romanzo Lanark – Una vita in quattro libri. Scritto in un periodo di quasi trent’anni e oramai considerato un classico della letteratura, è stato definito dal New York Times Book Review «La Divina Commedia del cripto-calvinismo anglosassone». Il suo romanzo Poveracci! ha vinto il Whitbread Novel Award e il Guardian Fiction Prize.