Incerte direzioni
– Giovanni Antonio Mocchi –
Formato: Copertina rigida
Pagine: 128
Editore: Ebs Print
“Incerte direzioni” è una ricerca che concede diversi piani di lettura, simbolico, filosofico e forse ancor più interessante è però la riflessione sul metalinguaggio fotografico perché qui si evocano i temi della percezione: lo sguardo si perde nella ricerca di molteplici orizzonti, si rispecchia in incerti equilibri, si biforca in direzioni spiazzanti, gioca sulle contraddizioni fra vuoto e pieno, fra simmetrico e asimmetrico, fra definito e indefinito.
Roberto Mutti
Quante volte capita di trovarsi in un luogo e non sapere bene come ritrovare la strada per orientarsi? Il progetto di “Incerte direzioni” vede la sua genesi proprio da una serie di momenti di disorientamento dell’autore a cavallo di Laika e delle strade prese per caso lasciandosi guidare dall’istinto dell’animale.
Incertezza e percorso… “incerte direzioni” racchiude fotografie che nascono dal caso, dalla ricerca della fatalità nello scatto e dall’osservazione a posteriori di ciò che ha significato quell’attimo.
Nelle fotografie raccolte in questo volume è evidente come la scelta, il bivio e il dubbio siano i protagonisti. Cambiano le prospettive, le angolature, il manto su cui affondare la propria orma e compiere la propria scelta ma la dualità delle alternative di sussegue pagina dopo pagina.
Stanze, caselle della posta, labirinti, specchi, buio. Tutto suggerisce un confine da valicare per mezzo dell’incertezza regalandoci la bellezza del lasciarsi guidare da questi scatti.
Un viaggio visivo interessante, esteticamente piacevole e dal significato introspettivo che varia soggettivamente, come ogni esperienza estetica vuole, un lavoro profondo arricchito dai commenti a margine e dalle parti testuali sempre eleganti e contestualizzate.
Era da molto tempo che non recensivo un libro fotografico e devo dire che troppo poco si parla di queste esperienze di lettura capaci di unire la scrittura e il viaggio visivo in un concentrato di sensazioni, riflessioni, raffinatezza e immagine.
Giovanni Antonio Mocchi permette di intraprendere questo viaggio armonioso unendo alla parte estetica anche una intensa parte di profondità interiore che il lettore non può non avvertire.
“Mi piace pensare che le idee arrivano dai sogni, il sogno induce e ancora il sogno completa.”