Una fame da lupi
– Adelaide Tamm –
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 55
Editore: Albatros
Il profondo baratro dei disturbi del comportamento alimentare in cui cade la protagonista di Una fame da lupi di Adelaide Tamm è indice di un enorme disagio psicofisico generato da incomprensioni, senso di inadeguatezza e assenza di autostima. Incapace di combattere contro i Lupi e di far valere le proprie ragioni, soccombe e dichiara guerra a sé stessa, ingurgitando tutto il suo disagio per poi riversarlo e liberarsene. Adelaide tratteggia una storia molto delicata, legata ai disagi alimentari e a ciò che comporta condividerne le conseguenze con l’ambiente circostante. È un racconto-testimonianza in cui la protagonista si regala un’altra possibilità; la consapevolezza la induce a intraprendere un percorso in cui una debole luce in fondo al tunnel si intravede: è quella della salvezza, della rinascita. Il romanzo breve della nostra brava Autrice sarà d’esempio alle tante persone che costantemente condividono i loro disagi con le alterazioni del comportamento alimentare: piaga della società moderna, testimoniante la disagevole appartenenza ad un mondo che si avverte sempre più estraneo a sé stessi.
Con “Una fame dal lupi” Adelaide Tamm ci porta un ulteriore esempio di quanto i romanzi brevi possano a volte contenere messaggi straordinariamente potenti. Adelaide Tamm a questa abilità affianca anche quella di saper giungere al lettore con una grande delicatezza che trae origine da episodi di vita, i quali aggiungono un’ulteriore nota a queste pagine che inducono riflessioni molto più ampie di quelle che potremmo circoscrivere nel perimetro di questa storia.
È un libro in cui emergono il dolore e le difficoltà di chi si trova a fare i conti con i disturbi del comportamento alimentare, un male ancora troppe volte sottovalutato e che costringe chi li vive a confrontarsi con una dimensione di autodistruzione i cui limiti sono resi invalicabili dalla durezza e dall’indifferenza dei comportamenti di chi li circonda.
Questo breve libro ci colpisce dritto al volto, costringendoci a pensare sui ruoli e sulle dinamiche a cui diamo vita nel nostro agire sociale, obbligandoci a un esercizio di osservazione-riflessione per allenarci a guardare nel profondo anche coloro che stanno intorno a noi.
Adelaide Tamm, con forza e delicatezza, ci costringe a porre attenzione su aspetti verso i quali non ne rivolgiamo mai a sufficienza, ricordandoci che l’invisibilità del dolore degli altri non è la prova di una sua inesistenza. E poi c’è un altro elemento fondamentale che emerge da questo scritto, ed è quello della rinascita, della nuova possibilità data a se stessi, della forza per voler uscire dal tunnel, forza che fa da contrappeso a un disagio che deve essere lasciato alle spalle.
È un libro che sconvolge ma che si legge molto bene, grazie anche alla brevità dei capitoli che lo compongono, impreziositi da citazioni di canzoni che hanno giocato un ruolo importante nella vita della protagonista di questo racconto – testimonianza che bisognerebbe tenere sempre a portata di mano per poterlo recuperare alla bisogna nei momenti in cui temiamo di aver incontrato sulla nostra strada qualche lupo che ha provato a mettere in un angolo noi stessi, la nostra autostima e l’amore che dobbiamo nutrire per noi stessi.