Recensione I nomi di Melba di Sara Notaristefano

I nomi di Melba

– Sara Notaristefano –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 365

Editore: Manni Editori

Giudizio Sintetico

Gli affetti e i rancori, i sensi di colpa e i tradimenti, la rabbia, la disperazione, la gioia e il dolore attraversano la vita di Melba, terzogenita di una ricca famiglia pugliese.
Dapprima con indolenza e poi con caparbietà la giovane donna costruisce una carriera professionale, una storia d’amore, l’esistenza in un’altra città, Milano, lontana da una casa opprimente che, però, resta sempre casa.
Quel che conta è avere il coraggio di rischiare.

Per parlare di  “i nomi di Melba” occorre, forse, partire dalla fine di questo romanzo, dalla presa di coscienza di una protagonista che, abbandonando gli insegnamenti destabilizzanti dei propri genitori e il peso illusorio di una famiglia troppo invadente, riesce a trovare finalmente se stessa sentendosi libera di intraprendere e percorrere la giusta strada per la propria felicità.


La vita di  Melba inizia già con l’imposizione di un nome frutto di un egoistico desiderio della madre, e continua nel tempo con i giudizi del padre, con il carattere del fratello Arcangelo e con i momenti della vita sempre condizionati dalla perdita dell’altro fratello, Donatello.

Potremmo dire che la protagonista ha sempre vissuto con il freno a mano tirato, ha sempre subito il continuo intromettersi degli altri cambiando città, ritornando spesso a casa e fuggendo perennemente da decisioni che implicassero condizioni emotive radicate nei desideri della stessa Melba.

Guidata da una forza interiore radicata e più determinata di quanto lei stessa possa concepire, Melba pone le basi del proprio futuro guidandoci tra queste pagine in un viaggio tra passato e presente, tra ricordi e decisioni che condurranno il lettore a comprendere e vivere, attraverso il racconto della protagonista, la moltitudine di sentimenti introspettivi, le decisioni pratiche e, soprattutto, la grande evoluzione che la condurrà alla presa di coscienza finale.


Sara Notaristefano ha scritto un romanzo dove l’imprinting dell’infanzia sembra bloccare e allo stesso tempo condannare il futuro della protagonista, conducendo però il lettore ad analizzare ogni passaggio di questa esistenza, soprattutto nelle decisioni dell’età adulta, dando grande importanza al lato introspettivo riflessivo di una donna che nella solitudine e nella riflessione cresce, evolve e prende coraggio.

Lasciarsi guidare dalla narrazione della protagonista, in queste pagine, è come impegnarsi in un viaggio, non sempre facile e non sempre scorrevole, lungo un’ esistenza e soprattutto caratterizzato da uno stile di scrittura serrato e molto descrittivo, quasi come una lunga confessione.


Un romanzo profondo, ricco di dettagli emotivi e non sempre facili da accettare, una realtà di vita vissuta adatta a tutti quelli che vogliono leggere tra le righe i luoghi, gli incontri, le fasi dell’amore, l’accettazione di se stessi, il perdono e anche la ribellione a una famiglia ingombrante che, forse a volte in sordina, scardinano le certezze  frutto dell’insegnamento genitoriale, per porre le basi del vero cambiamento.

Sara Notaristefano
È nata nel 1980 a Taranto, da molti anni vive a Merano, in Alto Adige, dove insegna materie letterarie negli istituti superiori.
Collabora con la rivista di critica letteraria “Incroci”.
Ha pubblicato racconti in antologie e il romanzo La composizione del grigio.

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