Io voglio vivere
– Luciano Natali–
Formato: Copertina flessibile
Genere: Romanzo
Pagine: 149
Giudizio sintetico
Dona è un paesino sconosciuto dell’hinterland Milanese.
È qui che Luca, giovane romano, andrà a vivere dopo aver ricevuto, da un nonno che non aveva mai conosciuto, un’eredità inaspettata.
In questo piccolo centro abitato, composto da polvere ed anziani, Luca farà amicizie insolite e scoperte che gli lasceranno un segno.
La sua visione della vita cambierà radicalmente. Dona diventerà l’epicentro della vita di Luca e viceversa.
La pandemia però, entrerà a gamba tesa nella sua vita e in quella di tutto il paese.
Dovrà quindi lottare contro il tempo e contro il virus, per provare ad aiutare i suoi nuovi amici e quel piccolo borgo.
Abbiamo bisogno di storie come questa, trame ricche di quotidianità che vengono stravolte dalla pandemia che stiamo tutt’oggi vivendo, capaci però di dare importanza a quei valori che spesso vengono meno o vengono soverchiati da piccolezze e necessità che offuscano la bellezza dei sentimenti, del senso di comunità e della preziosità dei gesti nati dal cuore.
Luca è un giovane ragazzo che non sa ancora quale strada intraprendere per costruire il suo futuro, abita a Roma ma ha in sé una buona parte di sangue milanese, radice purtroppo mai vissuta per attriti tra genitori e nonni.
Quando il nonno Luigi muore, per Luca si apre la possibilità di accettare l’eredità lasciatagli e trasferirsi a Dona, un piccolo borgo alle porte della metropoli meneghina, dove può provare a costruire una vita nella città dalle mille possibilità, Milano.
Quello che Luca non può immaginare è l’accoglienza del paese, così chiuso ai forestieri ma pregno di quella sensibilità che solo gli anziani portano così bene con sé una volta superata la barricata dell’indifferenza.
Quando le cose sembrano andare per il meglio però, lo spettro del Covid si abbatterà sull’intera comunità, aprendo scenari impensabili che daranno però nuovo slancio al ragazzo e nuove prospettive future.
Una storia di bontà, amore, campanilismi e affetto comune, l’importanza delle cose “vere” nei gesti quotidiani e una trama attuale densa di significati che dovremmo fare nostri.
“Io voglio vivere” appare per metà come un classico romanzo di vita tutta italiana dove il campanilismo e il preconcetto verso un ragazzo forestiero mette in difficoltà ma è anche capace di far sorridere.
La naturale evoluzione dei rapporti umani, la saggezza e l’autenticità delle vecchie generazioni cambiano il corso degli eventi lasciano spazio anche all’amore, al ricordo e a quei dialetti e svaghi che sembrano destinati a svanire.
Tutti questi elementi vengono avvalorati dalla piega che la storia prende quando nella quotidianità entra prepotentemente la pandemia che ancora oggi viviamo, attraverso fatti ben presenti nella nostra memoria ma anche evoluzioni della trama che rendono questa storia veicolo meraviglioso di un messaggio meritevole di essere ascoltato e da far nostro.
Attraverso una narrazione semplice e delicata Luciano Natali scrive una storia capace di accarezzare le corde della nostra sensibilità unendo attualità e romanzo in una trama davvero piacevole che lascia il cuore più caldo e speranzoso nei confronti di un genere umano che troppo spesso dà il peggio di sé ma che in questo caso sa fare bene, senza nascondere il dolore ma anzi, facendo dono delle ferite per poter fare ancora meglio.