Alice al di là dello specchio
– Lewis Carrol, illustrazioni di Benjamin Lacombe –
Formato: Copertina rigida
Dopo Alice nel paese delle meraviglie, Benjamin Lacombe torna a esplorare la distorsione del tempo e dello spazio in Alice – Al di là dello specchio. Il mitico sequel di Lewis Carroll fu pubblicato nel novembre del 1871: in occasione del 150° anniversario sono previste importanti riccorrenze nel Regno Unito (Mostra al Victoria & Albert Museum) e non solo, come era già successo sei anni fa con i 150 anni del primo Alice. In questo capolavoro Alice si chiede cosa possa esistere al di là di uno specchio, e per scoprirlo lo attraversa. La ragazzina si misura allora con il mondo degli scacchi e incontra personaggi uno più strampalato dell’altro. (Fonte)
Benjamin Lacombe è un illustratore francese, nato a Parigi nel 1982. Nel 2001 inizia i suoi studi artistici presso l’Ecole Nationale Superieure des Arts Decoratifs de Paris (ENSAD) e contemporaneamente, a soli diciannove anni firma il suo primo libro di fumetti e illustrazioni.
Lewis Carroll, pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson.
Scrittore inglese, studiò a Rugby e a Oxford, nel Christ Church College, dove rimase poi sino al 1881 come lettore di matematica pura, scienza alla quale dedicò numerosi trattati.
Di carattere assai timido, C. fu grande amico (e fotografo) di alcune bambine, e per una di esse, Alice Liddell, scrisse Alice nel paese delle meraviglie (Alice’s adventures in Wonderland, 1865).
Quest’opera, la più nota e amata della letteratura infantile inglese, ha esercitato una forte attrazione anche sui lettori adulti per il peculiare gusto del gioco logico e verbale. Alle avventure di Alice C. diede un seguito con Attraverso lo specchio (Through the looking-glass, 1871), che ebbe un successo quasi altrettanto vasto.
I personaggi, che nell’opera precedente erano carte da gioco, in Attraverso lo specchio sono pezzi del gioco degli scacchi; il loro comportamento è determinato dalle regole della partita, ma si colora di originalissimi toni comici. La facoltà, per eccellenza infantile, di osservare con perfetto candore la realtà servì a C. per mettere a nudo le assurdità e le incoerenze della vita adulta e per dar vita a incantevoli giochi basati sulle regole della logica.
La caccia allo Snark (The hunting of the Snark, 1876), in apparenza una buffa poesia nonsense, nasconde possibilità di interpretazione simbolica che hanno affascinato la critica moderna.
Minore popolarità è toccata a Silvye e Bruno (1889), opera minacciata da un sentimentalismo moraleggiante.