Tre
– Valérie Perrin –
Formato: Copertina flessibile
Genere: Romanzo
Pagine: 624
Giudizio Sintetico
«Mi chiamo Virginie. Di Nina, Adrien ed Étienne, oggi Adrien è l’unico che ancora mi rivolge la parola. Nina mi disprezza. Quanto a Étienne, sono io che non voglio più saperne di lui. Eppure fin dall’infanzia mi affascinano. Sono sempre stata legata soltanto a loro tre».
1986. Adrien, Étienne e Nina si conoscono in quinta elementare. Molto rapidamente diventano inseparabili e uniti da una promessa: lasciare la provincia in cui vivono, trasferirsi a Parigi e non separarsi mai.
2017. Un’automobile viene ripescata dal fondo di un lago nel piccolo paese in cui sono cresciuti. Il caso viene seguito da Virginie, giornalista dal passato enigmatico. Poco a poco Virginie rivela gli straordinari legami che uniscono quei tre amici d’infanzia. Che ne è stato di loro? Che rapporto c’è tra la carcassa di macchina e la loro storia di amicizia?
Valérie Perrin ha il dono di cogliere la profondità insospettata delle cose della vita. Seguendo il filo di una vicenda struggente e implacabile, l’autrice ci trascina al cuore dell’adolescenza, del tempo che passa e separa.
Forse sarà un’opinione controcorrente, ma per me “Tre”, nuovo romanzo di Valerie Perrin, non è paragonabile minimamente a “Cambiare l’acqua ai fiori” anzi, se dovessi dirla tutta, è il meno entusiasmante dei suoi romanzi.
Sia chiaro, le capacità narrative dell’autrice e la sua innata dote di creare personaggi complessi che custodiscono in se stessi un intricato intreccio tra passato e presente, sono indubbie, così come è fuor di dubbio che anche questo romanzo raggiunge un livello molto alto ma…
A mio avviso, però, paga lo scotto di una storia troppo lunga.
Tre amici che si completano, che danno giustizia al numero perfetto.
Vite complicate, un’infanzia con ostacoli da superare così diversi ma affrontabili dai tre in modo compatto, Nina al centro, Etienne a sinistra e Adrian a destra.
Rapporti conflittuali, professori meschini, scelte che si rivelano sbagliate e poi gli sgambetti della vita e quelle cose non dette che dividono.
Vite che si pensava potessero essere inseparabili che invece si allontanano ma si sa…fanno giri immensi e poi ritornano
Ma perché ritornano?
Perché un cadavere viene ripescato dal lago e improvvisamente riapre una porta creduta chiusa, consentendo di dare una sbirciata a un passato che forse sarebbe potuto andare diversamente e che invece ha segnato tutti in modo indelebile, ma forse non definitivo.
“Tre” è un concentrato di emozioni e di sensazioni non scritte ma sussurrate al lettore.
Storie di tre vite, o forse quattro, otto o dieci, che si sfiorano, si toccano ma perdono importanza di fronte a un’amicizia atipica nata forse per caso, o magari per destino, ma così potente da oscurare tutto quanto, tutti quanti, curandosi poco o male delle emozioni altrui.
È una storia che parla del risentimento, delle ossessioni ma dove le emozioni belle, genuine e commoventi hanno la meglio, e arrivano con la maturità e dopo la sofferenza.
Valerie Perrin sa parlare al cuore e non smette di emozionare con le sue storie, racconta vicende di vita che si aprono e si chiudono come un cerchio, arricchendo ogni sfumatura di vicende che completano il passato e il presente, disegnando poi un futuro che possiamo creare da soli chiusa l’ultima pagina.
Ma cosa paga questa volta l’autrice?
A mio avviso, e per quella che è stata la mia esperienza di lettura, un colpo di scena che doveva essere la chiave di volta ma che avevo intuito troppo presto, intuizione dovuta a elementi che, tirati troppo in lungo, permettono alla mente di diventare più razionale e meno emotiva.
In secondo luogo credo che questo romanzo sia troppo lungo, volutamente prolisso e quindi a volte stancante perché il giro di boa della storia sembra non arrivare mai.
Infine è davvero difficile, seppur la vita insegni che ogni storia presenta sofferenze e vicissitudini amare, incontrare così tanti “casi problematici” in un’unica storia.
Se parliamo di insegnamenti e metafore posso accettarlo, ma in un romanzo che dovrebbe parlare di vita vera meno, perché non è credibile unire elementi così destabilizzanti psicologicamente, emotivamente e fisicamente in un’unica stroria.
Ma se ogni storia, anche la più bella, vive anche di imperfezioni, è analizzando queste imperfezioni che si possono contemplare da un punto di vista privilegiato le note forti di “Tre”, un romanzo che affronta temi come l’abbandono, la ricerca di se stessi, l’ossessione, l’egoismo, la presunzione, L’inganno e ovviamente l’amicizia, caratterizzando i personaggi e le vicende come pochi autori moderni sanno fare.
Valérie Perrin
I romanzi precedenti di Valérie Perrin, Il quaderno dell’amore perduto e Cambiare l’acqua ai fiori, sono stati successi mondiali. Tradotti in una trentina di paesi, hanno venduto oltre due milioni di copie. Con Il quaderno dell’amore perduto Valérie Perrin ha vinto nel 2018 il Prix Choix des Libraires e con Cambiare l’acqua ai fiori il Prix Maison de la Presse nel 2018 e il Prix des Lecteurs du Livre de Poche nel 2019.