Sbirri e Culicaldi
– Stefano Talone –
Formato: Copertina flessibile
Genere: Poliziesco
Pagine: 344
Giudizio Sintetico
Nel gergo poliziesco, un culocaldo è un sospettato di terrorismo. Victor Gell, sbirro di periferia in un sonnecchioso distretto di Londra, un giorno trova nel suo ufficio il detective Oliver Outeberry, dei Servizi dell’Antiterrorismo. È lì per un’indagine su due nuovi culicaldi venuti fuori dal nulla, i fratelli Akram, due ragazzi pakistani del suo distretto. Immigrati di seconda generazione, sradicati, idealisti, e, apparentemente, con qualche grillo di troppo per la testa. L’indagine sui fratelli Akram porterà i due agenti dentro le rivoluzioni solitarie dei suburbi multietnici della grande metropoli, tra musicisti da garage, piccoli spacciatori, e fan di Guerre stellari, tutti legati da una voglia preoccupante di fede e di martirio.
Instradati da un misterioso oracolo, gli agenti dell’antiterrorismo reclutano uno sbirro di periferia, Victor Gell per indagare su due fratelli pakistani del suo distretto che sembrano appartenere a qualche strana organizzazione con un fine che mina la tranquillità cittadina.
L’indagine che accompagnerà gli agenti aprirà però scenari davvero inspiegabili, complessi e omertosi rendendo molto più intricata la ricerca della verità e la corsa contro il tempo per salvare l’intera Londra.
La storia si snoda attraverso indagini, collegamenti e interrogatori che vedono entrare uscire di scena numerosi personaggi, culture e anche realtà relative alla società moderna e alle sue minoranze in una città, come Londra, che forse prima di molte altre ha dovuto imparare a convivere con la multietnicità garantendo sicurezza a tutti i suoi abitanti.
Le atmosfere sono quelle nebulose e stantie dei dipartimenti di polizia che immagino sempre avvolte da una sorta di nebbia che segue i protagonisti anche nelle autovetture malconce che li accompagnano per le strade, benché qui si muovano anche in BMW.
Le caratteristiche che mi sono piaciute molto di questa storia sono, innanzitutto, il protagonista e le sue vicissitudini personali, che si intrecciano con le indagini riuscendo a preservare per tutta la lettura un ritmo a doppio binario, e in secondo luogo l’indagine serrata che non permette di perdersi in inutili descrizioni o parentesi troppo esterne rispetto alla trama.
Quello che Stefano Talone ha scritto è un romanzo dove, proprio come nel titolo, “Sbirri e culicaldi” si trovano a doversi fronteggiare in modo diretto conducendoci nelle viscere dell’antiterrorismo e di tutte quelle indagini e collegamenti, spesso fatti palmo a palmo sulle strade, per cercare di smascherare e impedire che vengano commessi reati di questo stampo capaci di minare la sicurezza di tutti e guidati spesso dal desiderio di martirio.
Un romanzo scritto bene, dove i dialoghi hanno una grandissima importanza, ben costruito, intrecciato e anche dinamico nelle evoluzioni, una storia che non si fa fatica a immaginare, che si segue con linearità, anche se forse avrei aggiunto un po’ più di adrenalina e pura suspance come sfondo dell’intreccio.
Sbirri e culicaldi è una storia che va dosata e seguita come in presa diretta, un confronto continuo che anticipa gli attriti tra le fazioni che contraddistinguono questo romanzo e che ci permette di inserirci tra i sobborghi multietnici della città tra le venature più ombrose dei suoi abitanti e della sua anima.
Stefano Talone è nato a Roma, dove vive e lavora. Sbirri e culicaldi è il suo primo romanzo.