Le vite immobili è una storia che ci porta al di là del tempo e dello spazio, una nave dove un uomo, Giacomo, è alla ricerca spasmodica di una ragazza che sta ritraendo ma cui mancano i dettagli per poter terminare l’opera.
Una ricerca fisica che diventa un’indagine, a cui parteciperà Pietro, ma che in realtà assume tutte le forme di una ricerca che, al posto di dare risposte, continua ad alimentare domande.
Un’odissea senza spazio e tempo ma carica di significati a cui ogni lettore può dare l propria interpretazione.
Pietro Gambino ci porta sul ponte di una nave in un viaggio che non è solo il viaggio di due personaggi ma un’avventura che tutti stiamo affrontando e che si fonde in queste pagine per alimentare le nostre personali riflessioni attraverso la modalità originale del romanzo.
Un romanzo che diviene metafora di tutto ciò di cui il lettore ha bisogno, una lettura tra le righe in cui ho trovato riflessioni sulla vita, sull’esistenza, sugli obiettivi, sulla ricerca spasmodica di qualcosa che desideriamo ma che in realtà non ci appartiene, una staticità a volte di chi ci circonda ma soprattutto la fame di una mente vivace che, attraverso le incognite, si pone delle domande sull’esistenza e su tutto ciò che ne concerne.
La storia appare da subito imprevedibile e improbabile poiché abbiamo un luogo, una nave, ma non abbiamo un tempo, abbiamo dei passeggeri, ma abbiamo anche dei comportamenti inusuali, non abbiamo un punto di partenza e non abbiamo un punto d’arrivo, abbiamo delle figure che si legano alla nave ma non abbiamo i loro nomi propri, abbiamo due protagonisti, Pietro e Giacomo, ma non abbiamo un loro passato, solo il presente.
E in questo presente che si sviluppa la ricerca di Giacomo nei confronti di Jhoanna che va di pari passo allo struggimento di Pietro che non è curiosa nei confronti dell’ignoto ma ne subisce le ombre e i dilemmi.
Ho apprezzato molto l’imprevedibilità della trama, tutto sommato una storia che storia non è, mi incuriosisce e mi sprona a continuare la lettura.
Mi sono anche trovata a fare orecchie, sottolineare, fermarmi per interrogarmi su ciò che stavo leggendo ed è per questo che penso che le vite immobili sia un romanzo adatto a chi non vuole una storia fatta e finita ma un insieme di elementi capaci di far riflettere, di stimolare la riflessione ma soprattutto indirizzare il lettore verso una più ampia visione della vita, non legata a noi e neanche al romanzo, ma legata alle metafore che la compongono.
Pietro Gambino è nato nel 1990 e insegna lingua e cultura italiana. In passato ha pubblicato La Rinascita dei Sogni e l’aforisma Sipario. Le Vite Immobili è il suo romanzo d’esordio.