La tomba Pascucci
– Enrico Renzi –
“La tomba Pascucci ha tutte le carte per diventare un buon romanzo dall’ironia intelligente e dall’ambientazione curiosa. […] Le voci dei personaggi sono ben delineate e la scrittura si avvantaggia di un registro sempre sottilmente ironico, caratterizzato da un lessico ibrido che unisce termini colti e popolari. […] Per nulla scontati sono poi i tratti che qua e là avvicinano il testo di Renzi alla cifra della commedia all’italiana, con toni meno amari seppure velati di malinconia”.
Formato: Copertina flessibile
Genere: Romanzo
Pagine: 462
Giudizio Sintetico
Tarquinia, litorale laziale anni ‘80, tra mare e tombe. Non tombe qualsiasi ma quelle della necropoli etrusca, ricca di preziosi cimeli. È qui che la famiglia Pascucci trascorre la maggior parte del suo tempo, ed è qui che esercita il suo mestiere, quello dei tombaroli.
Durante una loro visita notturna alla necropoli tre fratelli Pascucci verrano arrestati e un quarto morirà colpito per errore da una pallottola. Il cosiddetto “francese”, loro complice riuscirà invece a darsi alla macchia.
La storia viene raccontata da Giuseppe, figlio di Ottavio Pascucci, considerato la pecora nera della famiglia, perché istruito e poco incline alla frode.
Il destino porterà Giuseppe a conoscere “il francese” ormai dileguatosi da anni, e ritenuto responsabile della soffiata della famosa notte.
Con grande vivacità e umorismo la storia diventa soprattutto un pretesto per dipingere un mondo, quello particolare dei Pascucci: un mondo di predatori e inganni, ma anche di riscatto. Una narrazione lieve ma anche molto intensa, che rivela una notevole capacità di scrittura, matura, ironica e piena di espedienti sui generis.
Giuseppe, figlio timorato di Dio, studioso e integerrimo, è nato in una famiglia di rozzi e insensibili criminali e tombaroli.
Cresciuto da zio Arturo, il ragazzo apprende tutte le realtà della vita attraverso le storie che egli narra, avvenimenti o fatti che dovrebbero servire ad accrescere la scorza del ragazzo.
Giuseppe sa che la sua famiglia non è come tutte le altre, che i suoi zii campano di espedienti e le attività da cui traggono profitto non sono legali, che le donne vivono marginalmente e che non c’è futuro tra quelle mura, ma è lì che si annida ogni rapporto umano conosciuto dal giovane, e i suoi sentimenti, per quanto contrastanti, sono leali alla famiglia.
I Pascucci sono noti per le attività di razzia nelle tombe etrusche, già visitate per secoli da altri, ma comunque in grado di dare ancora qualche piccolo tesoro che, in un modo o nell’altro, riesce ad assicurare qualche spicciolo per “campare”.
Ma una sera, durante un colpo compiuto assieme a due “soci”, per i Pascucci l’epilogo è doloroso, tre di loro infatti vengono arrestati e uno, Ottavio il papá di Giuseppe, viene ucciso.
Com’è potuto accadere tutto questo?
Ma soprattutto chi è la spia che ha dato indicazioni alle forze dell’ordine?
I sospetti sono tutti puntati sul ricco Rostand, più in cerca del brivido che di tesori.
Anni dopo, quando Giuseppe ha finito gli studi e ormai insegna, proprio un casuale incontro con Rostand darà il via a una seconda “epoca Pascucci” poiché il perdono passerà attraverso un nuovo, grande e geniale colpo.
Ma non tutto andrà come sperato!
Enrico Renzi ha creato un romanzo che ricorda molto una scatola cinese, al suo interno infatti, non si parla solo di criminali e furti, ma anche di legami familiari, lealtà tra amici, sentimenti quali il perdono e l’affetto ma soprattutto l’amore.
La tomba Pascucci è un romanzo sviluppato in modo molto approfondito che unisce alla trama una caratterizzazione di luoghi, personaggi e avvenimenti molto dettagliata, tanto da rendere la lettura non sempre scorrevole.
Gli avvenimenti però si susseguono in modo lineare e la narrazione in prima persona riesce a coinvolgere durante l’intera evoluzione della trama che risulta sempre imprevedibile e che mai perde l’obiettivo primo di farci vivere le vicende familiari che si intrecciano con gli accadimenti veri e propri del libro.
È palese che i Pascucci non sono persone ordinarie e che invece Giuseppe è un ragazzo che potrebbe avere un futuro diverso, una mela che finalmente cade lontano dall’albero, ma i legami, si sa, riescono a tenere unite tutte le trame di uno stesso disegno.
Queste diversità emergono durante la lettura che riesce quindi a unire l’ironia e la profondità di personaggi davvero diversi riuscendo anche a inserire parentesi amorose, ironiche e a tratti goliardiche.
Devo ammettere che non è stata una lettura scorrevole e facile ma tutte le vicissitudini di questa famiglia mi hanno totalmente coinvolta e appassionata soprattutto per l’imprevedibilità di ogni pagina che, lentamente, conduce a un finale imprevedibile. La scrittura di Enrico Renzi riesce a descrivere minuziosamente ogni personaggio e ogni avvenimento unendo passato e presente in modo magistrale. Questo romanzo è secondo me è adatto a chi ama le storie profonde, molto caratterizzate ma dove non mancano ironia e stravolgimenti inaspettati.
Enrico Renzi, romano, classe ’69.
Partecipa con quest’opera alla trentaduesima edizione del Premio Calvino e viene segnalato dal comitato di lettura per l’originalità della storia e soprattutto per la maturità di scrittura.