Il cuore di Frankenstein
– Antonella Di Luoffo –
“Stringiamoci più stretti a ciò che ci rimane e spostiamo il nostro amore per coloro che abbiamo perduto, su quelli che ancora sono vivi.”
Formato: Copertina flessibile
Genere: Romanzo
Pagine: 174
Giudizio Sintetico
Un mostro si aggira da vent’anni nella foresta bavarese. Si è allontanato dagli uomini ma di nascosto frequenta la biblioteca di Ingolstadt dove impara a conoscere il mondo, le arti e la mitologia greca dalla quale trae il nome che porta: Prometeus. Un giorno salva la vita a Karl Reinholdt, pioniere della chirurgia, che per questo decide di operarlo per cancellargli le cicatrici. A lui, dopo questa prima metamorfosi, rivelerà la sua identità.
Affrontare questo romanzo a qualche giorno dal termine della lettura di Frankenstein di Mary Shelley, sicuramente mi ha permesso di cogliere al meglio l’impronta che l’autrice ha voluto dare.
Attraverso uno stile raffinato e lo sfondo dalle atmosfere gotiche, Antonella Di Luoffo ci permette di “vivere” la storia del mostro in modo differente, come una deviazione dalla storia originale che ci conduce in metamorfosi, accadimenti e finali diversi ma sempre con grande attenzione sulla parte introspettiva e di significato di ogni avvenimento.
È così che la storia inizia con il mostro che da vent’anni vaga per i boschi.
È spaventoso, appare minaccioso e pochissimi sono stati i contatti con le altre persone.
Salvando la vita al dottor Reinholdt, pioniere della chirurgia, il mostro subisce innesti di pelle e di un vero volto che gli daranno una terza e nuova vita.
Questa nuova esistenza porterà il mostro, ora Prometeus, a compiere scelte diverse che sempre hanno grande legame con il perdono e la voglia di intessere legami personali e familiari con chi gli ha dato la vita.
Quello che il lettore non si aspetta è una concatenazione di eventi che porteranno i protagonisti ad affrontare prove inimmaginabili, stravolgendo l’indole di ognuno di essi rispetto alla storia originale, e dando nuovo slancio e significato a tutti i rapporti esistenti tra i personaggi.
Una storia decisamente originale che sa discostarsi molto da quella della Shelley mantenendo però inalterato il desiderio di far emergere significati morali, psicologici, filosofici e pedagogici da ogni pagina.
Una storia densa di ombre, che ben si adatta allo stile gotico, scritta molto bene, scorrevole e coinvolgente.
Non sono sicura che la piega presa verso la fine mi abbia convinta fino in fondo però ne comprendo appieno il significato intrinseco, adatta a chi vuole confrontarsi con un classico in chiave decisamente alternativa.
Antonella Di Luoffo, laureata in filosofia presso l’Università “La Sapienza” di Roma, è insegnante di sostegno nella scuola superiore. Autrice del saggio Educazione al rispetto delle omosessualità (2008), ha collaborato con lo storico trentino Giuseppe Sittoni al libro Fatti di Resistenza (2017). Dal 2009 scrive per il magazine online psicolab.net.