Supereroi senza poteri
– Michele Ungolo –
Non dovevamo ammalarci, non ce lo potevamo permettere, altrimenti, nel giorno dell’addio, saremmo potuti essere solo una miserabile figura creata nella mente dei nostri figli. Nessun ultimo saluto, nessuna cerimonia relogiosa, nessuna benedizione, niente di niente, saremmo andati via da soli. Soli come quando tutti ebbe inizio.
Formato: Copertina flessibile
Giudizio Sintetico
I supereroi senza poteri sono coloro che non si arrendono mai, neanche difronte all’evidenza, un po’ come Vincenzo, Iosca, Antonio e Natalino, quattro uomini che hanno superato gli ottanta anni e che nonostante i diversi acciacchi decidono di affrontare un ultimo viaggio insieme. Dopo aver scoperto di essere tutti e quattro positivi al covid-19, seppur asintomatici, mettono in atto un piano per evadere dalla casa di riposo “Hostilianus” che li ospita, un luogo situato a Stigliano, nel cuore della Basilicata. Nonostante le numerose difficoltà e l’assenza di cibo per il sostentamento, riescono a raggiungere, a pochi chilometri di distanza, a bordo di un pullmino rubato, un posto paradisiaco vicino al fiume Sauro, dove trovano in una vecchia capanna il luogo ideale per trascorrere insieme il resto della loro vita. Tutto apparentemente perfetto, se non fosse per due criminali sulle loro tracce, a caccia del mezzo rubato, e per il malcapitato Iosca, affetto da una grave patologia che porta i suoi compagni di viaggio a rivedere il piano e incamminarsi verso l’ospedale più vicino. Non puoi sempre cambiare il mondo, ma puoi cambiare te stesso.
Vincenzo, Iosca, Antonio e Natalino sono quattro ultra ottantenni che si trovano a dover fare i conti non solo con la vecchiaia ma anche con il Covid, nemico invisibile che isola, ancora più del solito, la struttura in cui vivono gli ultimi anni della loro esistenza.
In una prima parte di riflessioni e ricordi, gli ospiti della struttura si trovano ad affrontare la realtà di un presente fatto di ricordi, rimpianti, abitudini, routine ma soprattutto attese: di sentire un figlio, di vedere un amico, di pranzare, un turbinio di pensieri che viene interrotto dai media che trasmettono gli aggiornamenti dei contagi e dei decreti che diventano effettivi.
In questo contesto, il gruppo di anziani, dopo essere risultati positivi al Covid, decidono di scappare e intraprendere un ultimo viaggio nella loro Basilicata alla ricerca di un po’ di libertà e di avventura, con un pizzico di pazzia.
Non tutto, però, andrà come sperato perché il pullmino con cui sono scappati è stato rubato e qualcuno è già sulle loro tracce.
Un viaggio che sarà molto più di un tentativo di fuga, un’ultima avvincente boccata d’aria in un’esistenza che non ha ancora dimenticato questa generazione che tanto ha ancora da insegnarci.
Quando mi sono avvicinata al romanzo di Michele Ungolo pensavo di trovare una storia ironica ambientata in un momento drammatico.
Sapevo che questo accostamento, unito alla realtà delle RSA che tanto hanno “pagato” il prezzo dei morti durante la pandemia, avrebbe potuto creare una sorta di rifiuto dentro di me.
Invece la storia di Michele Ungolo è ricca di tatto, delicatezza, rispetto ed emozioni sulle quali si innesta una sana ironia.
Un’ironia che sta nel mezzo tra una prima parte attuale e introspettiva fatta di vite e ricordi degli anziani ospiti, e vite, paure e desideri che conducono a un epilogo estremamente reale e struggente.
Un’equilibrio che spiazza, colpisce e rende “supereroi senza poteri”, un libro assolutamente da leggere, anche se con le sue piccole imperfezioni di editing, soprattutto perché basato su persone vere e su un’esperienza lavorativa dell’autore stesso che è ancora in corso.
Una storia davvero profonda, toccante che riesce a essere stemperata dalla bravura dell’autore a raccontare una storia commovente colorandola di allegria.
Michele Ungolo nasce a Stigliano nel 1987, è giornalista freelance, ha collaborato con Il Quotidiano del sud e Radio Vaticana.
Nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo Quello che non ti ho mai detto.
Nel 2016 esce nelle librerie la seconda opera L’uomo delle fiabe.
Oggi è responsabile presso la “Casa Hostilianus” casa di riposo del suo paese d’origine.