Nella cattiva sorte
– Giustina Gnasso–
“Quattro ragazzi rincorrono i soldi facili con scarsi risultati. Ma ora hanno un piano così stupido che potrebbe funzionare… “.
Formato: Digitale
Giudizio Sintetico
In questa storia non c’è bene e male, c’è solamente il male, il crimine, la sete di soldi che non guarda in faccia niente ma soprattutto nessuno.
C’è però una doppia faccia, come in ogni medaglia, e il male in questo caso si divide in due distinte unità: la prima, quella spietata e violenta, rappresentata da un temibile e terribile assassino di prostitute, la seconda, quella tragicomica, rappresentata da un quartetto male assortito che sarà al centro della trama di “Nella cattiva sorte”, romanzo breve, noir e totalmente coinvolgente di Giustina Gnasso.
Un vegetariano misogino a cui saltano facilmente i nervi, una giovanissima e cinica prostituta, uno spacciatore ossessivo compulsivo, un ragazzino che gioca a fare l’adulto: sono la banda di rapinatori peggio assortita e disorganizzata di Milano, ma hanno un piano così assurdo che, se non dovessero restare ammazzati, potrebbe funzionare.
La storia alterna il desiderio di riscatto nei piani più bassi della società, il bisogno di soldi per realizzare i sogni necessari a fare uno scatto in avanti nella condizione quotidiana e il male assoluto che si nasconde e vaga nei meandri del sottosuolo silenzioso della società.
Nico e Mingo rappresentano la condizione che accomuna troppi ragazzi di oggi, l’assoluto (e non tanto dolce) far niente. Il desiderio di questi ragazzi è riuscire a mantenersi facendo piccoli colpi che permettano di sopravvivere senza dover lavorare.
Il grande punto interrogativo che rischia di mandare in frantumi questo sogno di crimine e ozio è l’impreparazione e l’insicurezza che accompagna i due amici nel pensare e mettere in atto i loro piano.
Ai due giovani si aggiungono Uagliò e Chiara, il primo, conoscente di numerosi criminali e la seconda, ragazza che per mantenersi non ha esitato a prostituirsi.
Il fondo del barile, raschiato per troppo tempo, porterà i quattro ragazzi a pensare e mettere in atto un piano totalmente stupido, ma facilmente realizzabile…
Il romanzo di Giustina Gnasso è stato in grado di intrattenere, inorridire e far sorridere.
L’alternanza delle due facce del male ha permesso di alternare le fasi del ritmo narrativo in modo da rendere la lettura una doppia faccia della stessa trama, attraverso descrizioni essenziali, brani veloci, sboccati e brillanti e un’atmosfera che ricorda la commedia tragicomica italiana.
Ho trovato qualche refuso, ma ciò non ha intaccato il ritmo leggero e convincente dell’intera storia.
Ho apprezzato molto l’intera lettura, ho atteso il colpo di scena relativo al killer di prostitute (che però non ha rappresentato un grande colpo di scena), ma ciò che mi ha sconcertata è la parte finale.
Giustina Gnasso conclude il romanzo sul più bello, nel momento cruciale e focale dell’intera opera, nel momento che tutti attendono dall’intera lettura… ci sarà un seguito?
Mi auguro di sì, perché da quel momento possono nascere succulenti seguiti personali e narrativi, capaci di poter completare questa variegata e ottima opera.
Giustina Gnasso è nata ad Aversa nel 1980. Da 13 anni vive a Milano dove lavora come copywriter. Prima di questo Nella cattiva sorte ha pubblicato i romanzi Zona Infetta, Zerounoundici Edizioni e Camera N°15, Libromania.