Gente per bene
– Zoe Whittall–
“Non una parola su quanto riportavano i media, o su quello che le ragazze si sussurravano a scuola o sulle minacce di morte lasciate nella segreteria telefonica. Parlavano solo di come farlo uscire di li.“
Formato: Copertina flessibile
Giudizio Sintetico
Ci sono argomenti che possono e devono essere affrontati, non solo per l’importanza di essi, ma anche e soprattutto quando seguono un filone di attualità che può condurre il lettore, e quindi la persona, ad assumere consapevolezza riguardo al giudizio nei confronti del dolore.
“Gente per bene” pone il lettore di fronte al duro e delicato tema delle molestie sessuali, accusa che colpisce non solo George Woodbury ma tutta la sua famiglia.
Questo romanzo ci conduce attraverso i mesi che precedono il processo narrandoci sofferenza, incredulità, rabbia, dolore, violenza e tantissimi elementi che colpiscono l’intera famiglia, come se tutto il nucleo familiare fosse ugualmente colpevole.
Ma sarà davvero così?
George Woodbury, insegnante aperto, marito e padre amato, viene arrestato per molestie sessuali in una prestigiosa scuola superiore privata. Sua moglie, Joan, oscilla tra il rifiuto della realtà e la rabbia, mentre la comunità in cui vive le si rivolta contro. La figlia, Sadie, studentessa di scuola superiore, popolare e di eccezionale bravura, diventa una pariah sociale. Il figlio, Andrew, collabora alla difesa del padre, mentre lotta con i dolorosi ricordi della sua adolescenza. Uno scrittore locale tenta di sfruttare la loro storia, mentre un’improbabile attivista dei diritti degli uomini tenta di arruolare Sadie nella loro causa. Mentre George è in prigione, come fanno i membri della sua famiglia a raccogliere i pezzi delle loro vite andate in frantumi e a continuare ad andare avanti? Come fanno a difendere la persona che amano mentre lottano contro l’idea che possa essere colpevole?
Che succede se la persona di cui ti fidavi di più viene accusata di reati impensabili?
George Woodbury, professore rispettato,marito e padre amato, viene arrestato per molestie sessuali in una prestigiosa scuola media americana. La comunità che lo riveriva si divide, George diventa un paria e il suo perfetto mondo famigliare va in frantumi.
Quante volte abbiamo sentito e, purtroppo, continuiamo a sentire, fatti di cronaca che ci raccontano molestie e abusi sessuali?
Abusi, comportamenti e violenze che colpiscono e fanno male perché nessuno può essere e sentirsi totalmente al sicuro, il mostro spesso è la persona meno sospetta, qualcuno che si diceva amico o aveva il compito di proteggere la vittima.
La storia che Zoe Whittall crea con “Gente per bene” narra proprio il dolore e il cambiamento che una famiglia si trova a dover affrontare quando il padre George, insegnante stimato e a suo tempo eroe della comunità, viene accusato di molestie sessuali da alcune alunne.
L’autrice non si sofferma sulla storia legale o processuale, ma sulle ripercussioni che questa accusa ha nei confronti della famiglia, della moglie Joan, della figlia adolescente Sadie e del figlio Andrew, costretto a tornare nel paese natale da cui si è allontanato anni prima.
La piccola e giudicante comunità, che anni addietro aveva costretto Andrew a cercare lavoro e quotidianità altrove perché gay e continuamente svilito, reagisce alle accuse nei confronti di George Woodbury con violenza e rabbia.
Se l’accusato vive l’angoscia del carcere, la narrazione si concentra sulla violenza verbale e fisica, sul sospetto, sul giudizio, sulle difficoltà scolastiche, l’emarginazione, lo sconforto, le ansie e le reazioni personali del resto della famiglia Woodbury.
“Gente per bene”, romanzo di più di 400 pagine, mi ha totalmente rapita per la profondità dei sentimenti narrati e per l’autentica bravura che l’autrice dimostra nel presentare al lettore le molteplici forme della natura umana.
Ci viene da chiedere come avremmo reagito noi in entrambi i casi, famiglia dell’accusato o membro della collettività, del paese in cui un insegnante sembra aver commesso qualcosa di deplorevole.
Ci si sente nudi di fronte a questo romanzo, spettatori impotenti di ingiustizie e atti ignobili contro persone che, ovviamente, sono all’oscuro di tutto e vedono, non solo stravolta vita e quotidianità, ma anche messi in discussione tutti i sentimenti di amore e condivisione nei confronti di quel padre e marito sempre buono e sincero con tutti.
Un romanzo intenso, riflessivo, completo e illuminante, denso di sentimenti, paure ed evoluzioni personali, una narrazione lenta e coinvolgente importante per senso e significato del contenuto, personaggi che entrano nell’anima del lettore e ne diventano parte.
Avrei preferito maggiori dettagli della parte processuale, che si trova alla fine, ma immagino l’autrice abbia volutamente scelto di non approfondire per non distogliere l’attenzione dai veri protagonisti della storia: i sentimenti.
ZOE WHITTAL è l’autrice di The Best Ten Minutes of Your Life (2001), The Emily Valentine Poems (2006), e Precordial Thump (2008), e l’editor di Geeks, Misfits, & Outlaws (2003). Il suo romanzo d’esordio Bottle Rocket Hearts (2007) è entrato nella lista dei 100 Libri Migliori dell’Anno (Top 100 Books of the Year) del Globe and Mail e dei 10 Romanzi del Decennio Fondamentali da leggere (Reads’ Top Ten Essential Novels of the Decade) stilato dalla CBC Canada.
Il suo secondo romanzo Holding Still for as Long as Possible (2009) ha vinto il Lambda Literary Award ed è stato nominato Libro d’Onore dall’Associazione delle Biblioteche Americane (American Library Association Stonewall Honor Book). Ha vinto il K.M. Hunter Artist Award for Literature nel 2016. I suoi scritti sono apparsi in numerosi giornali e riviste tra cui Walrus, Believer, Globe and Mail, National Post, Fashion. Ha anche lavorato come sceneggiatrice e story editor per i programmi televisivi Degrassi, Schitt’s Creek, e Baroness von Sketch Show.
Nata nell’ Eastern Townships in Quebec, ha preso un Master in Fine Arts all’Università di Guelph e vive a Toronto.