L’isola dell’abbandono
– Chiara Gamberale –
“ Ma se sapessimo di cosa abbiamo bisogno, non avremmo bisogno dell’amore“
Formato: Copertina flessibile
Giudizio Sintetico
Pare che l’espressione “piantare in asso” si debba a Teseo che, uscito dal labirinto grazie all’aiuto di Arianna, anziché riportarla con sé da Creta ad Atene, la lascia sull’isola di Naxos. In Naxos: in asso, appunto. Proprio sull’isola di Naxos, l’inquieta e misteriosa protagonista di questo romanzo sente l’urgenza di tornare. È lì che, dieci anni prima, in quella che doveva essere una vacanza, è stata brutalmente abbandonata da Stefano, il suo primo, disperato amore, e sempre lì ha conosciuto Di, un uomo capace di metterla a contatto con parti di sé che non conosceva e con la sfida più estrema per una persona come lei, quella di rinunciare alla fuga. E restare. Ma come fa una straordinaria possibilità a sembrare un pericolo? Come fa un’assenza a rivelarsi più potente di una presenza? Che cosa è davvero finito, che cosa è cominciato su quell’isola? Solo adesso lei riesce a chiederselo, perché è appena diventata madre, tutto dentro di sé si è allo stesso tempo saldato e infragilito, e deve fare i conti con il padre di suo figlio e con la loro difficoltà a considerarsi una famiglia. Anche se non lo vorrebbe, così, è finalmente pronta per incontrare di nuovo tutto quello che si era abituata a dimenticare, a cominciare dal suo nome, dalla sua identità più profonda… Dialogando con il mito sull’abbandono più famoso della storia dell’umanità e con i fumetti per bambini con cui la protagonista interpreta la realtà, Chiara Gamberale ci mette a tu per tu con le nostre fatali trasformazioni, con il miracolo e la violenza della vita, quando irrompe e ci travolge, perché qualcuno nasce, qualcuno muore, perché un amore comincia o finisce. Un romanzo coraggioso sulla paura che abbiamo di perdere il filo, il controllo della nostra esistenza: mentre è proprio in quei momenti – quando ci abbandoniamo a quello che non avevamo previsto – che rischiamo di scoprire davvero chi siamo. “Se sapessimo di che cosa abbiamo bisogno, non avremmo bisogno dell’amore”.
La complessità della vita, l’intreccio dei sentimenti che la percorrono, lo scorrere del tempo e gli accadimenti che in essa prendono forma, sono elementi non facili da descrivere e dei quali scrivere. Sono davvero un articolato mosaico in cui ognuno di noi può riconoscersi o nel quale può perdersi. Sta tutto nella profondità dei sentimenti e delle situazioni, una profondità che Chiara Gamberale affronta con una maestria e con una potenza straordinaria, raccontati come si racconterebbe una storia, in cui la cronologia della narrazione non sempre corrisponde a quella della realtà con cui avvengono i fatti. “L’isola dell’abbandono” ha la forza e la capacità, proprio all’interno di una storia, di offrire una panoramica su sentimenti e situazioni in cui ognuno di noi può riconoscersi, sui quali riflettere e sui quali fare i conti con se stessi. Il tema dell’abbandono (di qualcuno e da qualcosa) la linfa della nascita di un figlio, il sentimento dell’amore, sono un qualcosa che ognuno di noi, in tempi e con modalità diverse, prima o poi deve affrontare, un incontro in grado di generare effetti a volte inaspettati perché la vita ci da soltanto l’illusione di poterla controllare e molto più spesso ci pone di fronte al fatto di saper affrontare, reagire o agire agli accadimenti che in essa avvengono. “Ma se sapessimo di cosa abbiamo bisogno, non avremmo bisogno dell’amore”.
Una riflessione dalla quale nessuno può sentirsi escluso.
Amore, dolore, ossessione, ricerca, sono sentimenti della protagonista, dell’autrice ma, soprattutto di ognuno di noi.
“L’isola dell’abbandono” è un romanzo coraggioso che parla delle grandi trasformazioni della vita diverse per ognuno di noi ma alle quali, ognuno di noi, non può sottrarsi. É una storia di oggi, molto contemporanea e che sembra sempre riguardarci da vicino ma che si confronta costantemente con il mito classico, grazie ai personaggi, al loro essere, alle loro azioni e all’isola protagonista nella narrazione.
Chiara Gamberale, con questo libro, tocca le emozioni più delicate di chi legge: ci fa emozionare, riflettere, anche piangere, ma soprattutto ci tocca nel profondo, in una profondità con cui è possibile fare i conti solo attraverso la maturità.