Recensione “Delirium. Papillon catalano e oro cileno“
– William Bavone e Roberta Busacca –
“Se spegni la luce sei insicuro e procedi a tentoni. Se accendi il lume vedi con occhi nuovi i particolari di ciò che ti circonda. L’attenzione si focalizza sulle parti illuminate e non esiste la distrazione del contesto. Tutto è utile nel proprio percorso (che sia tenebra e che sia chiarore) e poi ogni evento oscuro cela un insegnamento importante che accresce.”
Formato: Copertina flessibile
Papillon catalano e oro cileno o il carteggio versione 2.0, telematico ma non per questo meno intenso tra due persone alienate che si riscoprono personaggi, due amici d’infanzia ritrovati ed il loro ritrovarsi con la natura più intima del proprio Io, in due monologhi interiori senza soluzione di continuità che si abbracciano, si rimandano, si fanno eco nelle suggestioni e nel libero fluire dei pensieri, delle manie, dei rituali più sacri e delle ossessioni quotidiane con picchi di lucidità, talvolta cinica altre più benevola. Questo gioco delle lenti e degli specchi con cui i due personaggi studiano loro stessi e il mondo esterno è ritmato dallo snocciolarsi graduale ma costante di una serie di indizi, all’apparenza irrisori, quasi grotteschi nel caleidoscopio di conversazioni senza incipit eppure forieri di un messaggio criptato, rivelatori di una identità mai sospettata e di un mistero perfettamente insinuato tra la nervature delle foglie staccatesi dagli alberi e il riflesso di un goccia pigramente scivolata lungo il fondo di uno dei boccali del Gabbiano nero. A tratti sfiorando il non senso, i due autori musicano un’armoniosa improvvisazione nel più autentico stile jazz, svelando gradualmente un misterioso enigma, che serve solo in parte a ricomporre il puzzle infinito delle identità.
Il titolo suggerisce molto, “Delirium” è un romanzo impegnativo, complesso e intricato che deve essere analizzato con la mente aperta e disponibile ad assecondare i due protagonisti nell’evoluzione del pensiero che si snoda tra riflessioni sulla vita, sulle persone, sull’imprevedibilità della natura umana e, infine, su una misteriosa mail che apre la trama ad un mistero a distanza.
Un giallo epistolare che si compone di lettere scambiate tra Dorotea e Giobbe; potremmo definire i due protagonisti come umani osservatori alla ricerca del proprio posto nel mondo.
Scambi di parole, osservazioni, pensieri ma anche ipotesi, sogni e viaggi si susseguono senza schemi narrativi e logiche legate ad una trama dallo stile classico.
Se Giobbe è un ragazzo attratto dall’animo umano, dalle parole, dalle persone e da quell’occhio indagatore che lima il pensiero letterario e ne trae beneficio e riflessione, Dorotea è una donna che osserva la natura, brama di poter vivere in un tutt’uno con ciò che la circonda e sogna viaggi e terre lontane.
Il lettore segue i pensieri e gli scambi dei protagonisti, sorridendo rispetto ad alcuni passaggi, assorbendo la parte misteriosa (e più coinvolgente) legata alla mail e al suo evolvere e cerca di comprendere e a volte “digerire” il flusso di parole di Giobbe e Dorotea che, in alcuni passaggi, sembrano voler analizzare la quotidianità per trovare l’identità interiore dei due.
Attraverso la ricerca di se stessi e il confidenziale scambio di pensieri, Dorotea e Giobbe diverranno protagonisti di un giallo capace di unirli, seppur in due continenti diversi, che scardinerà il pensiero riportando l’identità ad una dimensione umana e razionale.
“Delirium. Papillon catalano e oro cileno” è indubbiamente un libro che richiede attenzione, un impegno attento e libero da schemi narrativi capace di “possedere” ogni scambio tra i protagonisti e apprezzare le analisi e le riflessioni che ne derivano, ho indubbiamente però faticato in alcuni passaggi ad unire la varietà dei temi e trovare il filo conduttore di essi (essendo totalmente assente lo schema narrativo, fattore che gli autori sottolineano nell’introduzione).
Riflessioni e pensieri che si uniscono allo scorrere della vita, alla necessità di uno scambio autentico e privo di filtri e arricchito dal misterioso enigma legato ad una mail…
William Bavone laureato in Economia Aziendale presso l’Università del Sannio-Benevento, ha collaborato con diverse riviste di geopolitica italiane e argentine. E’ analista per la rivista Scenari Internazionali. E’ autore di “Le rivolte gattopardiane” (Anteo Edizioni-2012), vincitore del Premio Nabokov 2014 – sezione Saggi Editi; “Sulle tracce di Simòn Bolìvar” (Anteo Edizioni-2014); “Appunti di geopolitica” (Arduino Sacco Editore-2014); “Eurosisma” (Castelvecchi Editore-2016); “Sul declino della globalizzazione” (Tra Le Righe Libri 2017). Dopo esser nato in Salento e dopo aver vissuto a Roma e a Benevento, oggi vive stabilmente (forse) a Parma.
Roberta Busacca
Roberta Maria Busacca nasce a Messina nel 1980 e si laurea in Lettere moderne presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Messina nel 2005. Attualmente è docente di Lettere. E’ coautrice del libro “Vita IndOcente” Aracne editrice 2011.
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