Uomini che restano
– Sara Rattaro –
“Hai svegliato un posto dentro di me che credevo morto. Non lo è, è vivo e pieno di voglia di esplodere. Io l’avevo dimenticato, capisci? Non sarà facile, ma non voglio nient’altro. Non posso farti promesse, ma posso esserci…”
Formato: Copertina rigida
Giudizio Sintetico
Sara Rattaro riesce sempre a stupire con i suoi libri profondi, variegati e resi completi dai messaggi d’amore nei confronti della vita e dei sentimenti ad essa legati.
Gli “Uomini che restano” sono uomini che si spaventano, che graffiano, che sanno ferire e ma anche uomini che non si lasciano intimorire, che vedono sempre il lato positivo e la bellezza nelle oscurità, ciò che li accomuna è forse una determinata mancanza di coraggio.
Coraggio per parlare, confessare, ammettere e anche andarsene, rimanere, insomma prendere decisioni.
Anche se il titolo è “Uomini che restano”, credo che le protagoniste indiscusse siano le donne e quella forza senza limiti che, il sesso chiamato debole, riesce a sfoderare in ogni situazione e che, seppur a caro prezzo, permette sempre di tornare a galla e riassaporare la vita.
Fosca e Valeria sono due donne di due città diverse.
Fosca è genovese ma vive a Milano, Valeria è la dirimpettaia dei genitori della prima, amante del mare e della Superba.
L’allontanamento del marito di Fosca, porta la donna a casa dei genitori e all’incontro casuale con Valeria che diventerà confidente e preziosa amica.
Le due donne, unite dal caso in un momento delicato e fragile, si troveranno ad essere “nude” dei propri problemi e pensieri e le dinamiche che deriveranno da questa amicizia, cambieranno il corso degli eventi, riuscendo, in alcuni casi, a sistemare le cose, a infondere speranza o prendere decisioni rispecchiando la propria vita in quella dell’altra donna.
Gli uomini giocano un ruolo ambivalente; ci sono uomini che fuggono, che sembrano sordi e ci sono uomini coraggiosi e guidati dalla bontà d’animo e dal buon senso.
Uomini che sembrano essere guidati dall’amore egoistico e che rimangono egoisti fino alla fine, anche se decidono di restare.
Un romanzo che è un bellissimo messaggio di vita e di amore, di speranza e di amicizia, ma anche di rassegnazione, paura del giudizio ed egoismo.
Da queste pagine, scritte e curate con l’eleganza di cui Sara Rattaro è maestra e dalle quali trasuda uno scorrere di parole magnetiche e colorate, rimane un sapore dolceamaro che unisce coraggio ed egoismo, amore e fallimento, forza e rassegnazione.
Quello che emerge è un ritratto della vita portato all’estremo, con una trama che in certi frangenti prende pieghe quasi scontate, ma capace di illuminare tutti i tratti dell’animo umano, del peso del silenzio e dell’egoismo che porta a restare.
Unico neo, a mio parere, il finale troppo aperto e con una strada percorsa, soprattutto per uno dei due vissuti, che viene chiusa velocemente e carica di egoismo fastidioso, e inaccettabile, da parte di uno dei due protagonisti.
Grande merito e bravura nella scrittura e nella stesura di pensieri intimi e frasi d’apertura magnetiche, meno entusiasmo per la storia narrata, carica di significato e talmente profonda che, a parere mio, meritava un finale maggiormente adeguato.
Credo, in ogni caso, che nascoste tra le righe di questo romanzo, ci possano essere messaggi e intime dosi di riflessione che meritino una seconda lettura e un’analisi più attenta, frutto della consapevolezza dell’evolversi della trama.
Sara Rattaro è nata a Genova. Laureata in Biologia e in Scienze della Comunicazione, ha lavorato come informatore farmaceutico prima di dedicarsi completamente alla sua grande passione, la scrittura. È già autrice di cinque romanzi, accolti con grande successo da librai, lettori e critica, e tradotti in nove lingue: Sulla sedia sbagliata, Un uso qualunque di te, Non volare via(Premio Città di Rieti 2014), Niente è come te (Premio Bancarella 2015), Splendi più che puoi(Premio Rapallo Carige 2016).
www.sararattaro.it