L’opera postuma
– Corrado Ajolfi –
Professore , io sono persuaso che la mamma avvertendo ormai la fine, abbia voluto farmi partecipe del suo passato, pur consapevole delle conseguenze sul mio giudizio di figlio. Anzi, sono convinto che ritenesse quegli effetti personali che mi ha consegnato adatti a suggerirci qualcosa che solo noi, io e lei, avremmo potuto e dovuto decifrare. L’unico dubbio è: perche? Per semplice complicità materna? O per liberarsi di qualche peso che la turbava?
Formato: Copertina flessibile
Giudizio Sintetico
Giuseppe Verdi, celebre compositore tra i massimi autori del melodramma, ha visto più volte entrare e uscire dal cassetto della sua scrivania il “Re Lear”, opera rimasta incompiuta e ispirata alla produzione artistica di Shakespeare, destinata a rimanere un sogno, e un’incognita, insieme al libretto scritto da Antonio Somma.
Proprio nel significato e nel mistero profondo di questa incompiutezza, si intrecciano le radici del romanzo “L’opera postuma”, un giallo capace di sfiorare le corde della logica, le note enigmatiche di un caso irrisolto, abbracciando la personalità e la vita del Maestro, protagonista silenzioso e inconsapevole attore, di una storia svoltasi settant’anni dopo la sua morte… .
Curatore della biblioteca di paese, Leopoldo Orlandi non potrebbe mai immaginare l’incontro con quel giovane che sostiene di essere figlio di Matilde Roversi, amante di Ferdinando Carra, morto in condizioni misteriose nell’estate del 1978, una scomparsa che sconvolse l’intero paese, definita però, seppur con crescenti dubbi e indizi, morte naturale a seguito di un malore nelle acque del Po.
Ferdinando Carra, discendente del Maestro, ebbe celebrità grazie al ritrovamento e alla pubblicazione del “Re Lear”, opera creduta incompiuta e rappresentata dallo stesso Ferdinando con scarso successo.
L’incontro con il giovane, desideroso di porre domande al bibliotecario, convince Leopoldo a narrare il passato, un susseguirsi di eventi ed indagini che hanno visto protagoniste le due donne di Ferdinando, la moglie Giulia e l’amante Matilde, e che hanno messo in pericolo la vita dello stesso Leopoldo, in un anno caratterizzato dal nucleare e dalle lotte economiche e sociali. Una morte, quella di Ferdinando, rimasta avvolta nel mistero, un caso che brucia ancora nel cuore di Leopoldo, colpevole di non essere mai riuscito a dare risposta all’insolita morte del suo rivale in amore ma storico amico.
Il viaggio nel passato e il confronto con il giovane riuscirà a dissipare le nebbie del caso? Saprà Leopoldo porre fine al grande mistero attorno alla morte del maestro Carra?
Il romanzo di Corrado Ajolfi è un giallo che si contraddistingue per la classicità dell’evoluzione investigativa e l’alto livello di mistero che avvolge fino all’ultima riga l’intera vicenda.
Uno scritto che si divide tra presente, passato e, infine, ancora presente e dove, unendo diversi elementi, riesce a coinvolgere il lettore nelle vite dei protagonisti, cercando di cogliere i dettagli utili alla risoluzione del caso.
L’indagine di Leopoldo è quasi un’analisi delle vite dei protagonisti alla ricerca del dettaglio utile a giustificare e capire le motivazioni che hanno portato Carra alla morte, ma non solo.
E’ un concentrato di temi diversi, musica, rivoluzioni sociali di quegli anni, misteri familiari, nucleare, crimine e tanto altro. Una lucida analisi storica in gradi di fondere storia e fantasia.
Temi diversi uniti dalla fitta trama di un mistero che sembra, fino alla fine, destinato a rimanere irrisolto, complici strane contraddizioni che fanno apparire Ferdinando un uomo dalle molteplici personalità.
Il giallo scritto da Corrado Ajolfi ha una nota classica che lo rende adatto ai gusti di qualsiasi lettore.
Il viaggio nel passato, che Leopoldo compie con il pensiero, aiuta il lettore a comprendere le numerose sfumature dei personaggi che entrano ed escono dalla storia, colma i vuoti di personaggi ambigui e prova a scardinare i racconti contradditori di tutti coloro che sembrano voler nascondere qualcosa.
Un’idea sviluppata in modo completo e capace di accarezzare molteplici temi dando ad ognuno un’importanza tale da renderli decisivi nella soluzione di un caso per nulla semplice ma intenso.
Una scrittura fluida, mai banale, densa di riflessioni ma anche di dialoghi utili a fornire al lettore indizi precisi fino alla svolta del caso che avviene, in modo naturale e senza grandi colpi di scena, nelle ultime pagine.
E se “Il Re Lear” di Verdi rimase incompiuto, l’epilogo di questo mistero rispolverato, sarà degna conclusione di una storia complessa ma avvincente, intrigante e delicata.
CORRADO AJOLFI, medico, fotografo, fondatore del Premio di poesia e narrativa “Va pensiero”, dal 2010 scrive romanzi e racconti. Romanzi pubblicati: Come germogli di talea (Premio della critica al Pegasus di Cattolica – 2012), Gli abiti del male.
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