Non è facile cimentarsi con libri che non sono “il nostro genere” e, di solito, quando si parla di epidemie, “zombie” e corse contro il tempo, la delusione è dietro l’angolo!
In questo caso invece devo confessare che questo libro mi ha catturata!
La trama è interessante e la lettura adrenalinica, soprattutto nella parte finale.
“Un bravo scrittore una volta ha detto che la paura è l’unica situazione in cui si fa strada il coraggio” disse Sarah. “Nessuno spara tante balle quanto uno che scrive per lavoro” tentai di scherzare con un sorriso incerto.
Giorgio è un autore poco più che ventenne, momentaneamente a Londra insieme al suo agente per lavoro, quando una strana epidemia colpisce la città e, chi non si munisce di mascherina, viene infettato e diventa un “vivo non vivo”, uno zombie.
Vittorio, l’agente di Giorgio, lascia un bigliettino per avvisare che è alla ricerca di un modo per lasciare la città, ma di lui, dopo un’intera giornata, non si sa più niente e Giorgio ha un unico obiettivo: tornare in Italia dalla sua fidanzata Alessia.
Inizia così la corsa verso casa, raccontata in prima persona, personaggi che entrano nella storia e con una casualità autentica e non forzata indirizzano Giorgio sulla giusta strada e gli forniscono la forza necessaria per intraprendere il viaggio verso la sua Alessia, sentimenti veri, paure, pericoli e suspance in una trama che tiene e che viene elaborata in maniera lucida e sensata.
Non toccherà a me, così ci diciamo se succede qualcosa di brutto, e così ci stiamo ripetendo senza sosta da quasi tre giorni, ormai. Perciò, incontrando qualcuno che ha deciso di arrendersi, di guardare giù, lo biasimiamo come se questo potesse dare più forza ai nostri appigli. Non accettiamo di vedere che tutto ciò che abbiamo ci può essere strappato vie in qualsiasi momento. Non vogliamo vedere che la nostra è solo la speranza dei vinti.
Una corsa contro il tempo, contro le paure e contro gli esseri che cercano di attaccare chi ancora è sano.
L’esercito che presidia le città e cerca i sopravvissuti, la paura di non farcela e il coraggio di andare avanti, adrenalina pura e sentimenti autentici che vengono interpretati e sentiti dal lettore, come se in quel viaggio ci fosse anche chi legge,
Scorrevole e appassionante sono rimasta sorpresa quanto colpita dalla bravura dell’autore nel pensare, organizzare e coinvolgere il lettore nel genere “più rischioso” dove si può facilmente cadere nel banale.
Non è questo il caso e Michele Rampazzo, 24 anni e già con molti romanzi scritti, dimostra la sua bravura e il talento che spero ci saprà mostrare ancora nei suoi prossimi romanzi!
Avrei preferito un finale più definito, con qualche spiegazione sui quesiti lasciati sospesi, ma si sa, le donne sono curiose.
Un’ultima nota la devo a Intrecci Edizioni che ancora una volta mi sorprende perché si percepisce quanto tenga agli autori che pubblica e nei quali investe soprattutto in fiducia (meritata).
Michele Rampazzo studia Strategie di Comunicazione all’università di Padova. Ingordo di storie e grande appassionato di letteratura e cinema, a 24 anni ha già scritto 8 romanzi, di cui “La speranza dei vinti” è il primo pubblicato.