Lo scarabocchio
Formato: Brossura
“…Lui avrebbe preso i colori più belli, la tela più grande e usando la fantasia più sfrenata avrebbe dipinto il suo mondo esattamente come voleva che fosse, diversamente e tutto al contrario rispetto a come gli altri volevano che lo vivesse”
“…Lui avrebbe preso i colori più belli, la tela più grande e usando la fantasia più sfrenata avrebbe dipinto il suo mondo esattamente come voleva che fosse, diversamente e tutto al contrario rispetto a come gli altri volevano che lo vivesse”
In questo romanzo Cinzia Nazzareno ci fa vivere, attraverso la storia narrata da nonna Camilla e da Mila, la struggente ricerca di amore e serenità di Gianni “Genny”, nato uomo ma da sempre consapevole di essere uno scherzo della natura, un torto fatto per una ragione sconosciuta.
Camilla, nonna ottantenne con qualche problema di salute, si confida con la nipote Albina, la quale deve presentare la tesi al professore dell’università, con una storia “diversa” che unisca interesse e nazione, una storia che spicchi tra le tante.
Proprio in questo contesto Albina, trova nella nonna la narratrice perfetta, custode di una storia che le tocca l’anima e che, attraverso dettagli sempre più profondi, tracciano una linea sottile che unisce la vita di Genny alla vita di tante persone del borgo, spettatori silenziosi e complici omertosi di un drammatico epilogo.
Una storia che parte da lontano, dall’incontro dei genitori di Genny, del lavoro presso Don Carmine del padre Filippo e delle maternità di mamma Caterina.
Tre figli maschi, una femmina, Mila, e l’ultimo figlio, nato tra sogni ricorrenti che preannunciano una vita travagliata, segnata da una “diversità” che, per vergogna e onore, non può essere accettata.
Si intrecciano così le vite dei familiari, degli abitanti del borgo, di signori lontani e di scelte sbagliate.
Genny, essere speciale che non si vergogna dell’attrazione che ha per gli uomini e per le sensazioni intime di sentirsi donna.
Genny che non nasconde, che si confida con la sorella Mila e che si culla tra le braccia della mamma, non abbastanza forte da evitare le scelte drammatiche del marito.
Una storia che si divide tra Napoli, la Sicilia e Roma, una ricerca di se stessi e di amore che passa anche attraverso scelte sbagliate, drammatiche conseguenze di fiducia riposta nelle persone che non lo meritano. Paesi ancora troppo chiusi nella mentalità, dove l’onore vale più di un figlio e dell’affetto. Un libro prezioso, dove riflessioni e lacrime si uniscono alla speranza, un romanzo custode di un messaggio che, a prescindere dal tempo, fermo come in una posa artistica, non lascia indifferenti ma coinvolge e ci fa prendere Genny per mano.
Si sente la mancanza di fasce temporali precise, ci si aiuta con alcuni dettagli ma con difficoltà.
Una lettura scorrevole, ricca di riflessioni e di dialoghi, alcuni con un linguaggio troppo formale per l’intimità tra le persone, ma comunque completo, elegante e ben strutturato.
I temi affrontati sono attuali, capaci di far riflettere nella forma e nel contenuto, la semplicità e il tatto con cui, Cinzia Nazzareno scrive, aiuta a cogliere la singola tratteggiatura di un’anima fragile, che può essere esempio di realtà a noi vicine.
La narrazione, presentata come racconto, incuriosisce e aiuta ad arrivare velocemente alla fine, la voglia di conoscere l’epilogo e la speranza che non sia come si intuisce dalle parole dell’espositore, tengono la storia viva dalla prima all’ultima pagina!
“Scarabocchio” è un appellativo, una parola forte che, anche con il passare del tempo, viene utilizzata per ferire un’anima fragile. Una storia che viene narrata e, che diventa un po’ nostra, ci aiuta a riflettere e ci invita a meditare su noi stessi e sulla superficialità che circonda il nostro mondo e la nostra società che si crede “moderna”.