La casa di Parigi
Giudizio sintetico
La casa di Parigi è un romanzo d’altri tempi, frutto della fatica di una donna, Elizabeth Bowen, che ha saputo unire passato e presente in un tessuto carico di mistero ed elaborate conversazioni.
Pubblicato nel 1935 e rinnovato in questa versione edita Sonzogno (con una copertina meravigliosa!!!), questo scritto ci parla di passione, psicologia, dolore e perdita d’innocenza.
Il libro è diviso in tre parti, il presente, il passato e poi di nuovo il presente.
Come si intuisce dal titolo e dalla parte iniziale del libro, la casa ha un significato potente nel richiamare fatti avvenuti molto tempo prima e collegarli al presente, filo connesso tra ciò che è stato e ciò che è.
Nella parte iniziale troviamo la piccola Henrietta, undici anni, alla Gare du Nord di Parigi, siamo negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale, che aspetta la signorina Fisher in compagnia della sua inseparabile scimmietta di pezza.
Madame Fisher è un’amica di famiglia che ospiterà per una giornata Henrietta in attesa del treno che la condurrà a Mentone dalla nonna.
Arrivate nella casa borghese di proprietà di Madame Fisher, attraversando Parigi che Henrietta spera di poter visitare, la piccola fa la conoscenza di Leopold, ragazzino di nove anni anche lui di passaggio da quella casa per poter conoscere la mamma che lo ha abbandonato ancora in fasce.
I due bambini sembrano molto diversi, Henrietta è sveglia e spigliata, Leopold fragile ma arrogante.
Dopo una diffidenza iniziale, uniti dalla curiosità per quella casa e per le due residenti (la signorina Fisher e la madre malata costretta a letto), tra i due ragazzini nasce un’intesa che inizia ad avvicinarli e a rendere partecipi l’uno della vita dell’altro.
Per quanto quella permanenza sia un passaggio verso mete e destini distinti, la giornata si trasforma in un’interessante mescolarsi di avvenimenti che stravolgono i piani e fanno luce sul passato di Leopold e sul destino della sua vita.
La parte centrale, infatti, trasporta il lettore nel passato della mamma di Leopold, Karen, e svela, attraverso il racconto degli avvenimenti, delle abitudini, dello stile di vita della famiglia, dell’amore e di tanti fattori che si uniscono perfettamente all’epoca in cui è ambientata la storia, come la vita e le scelte abbiano portato al presente e a quella “Casa di Parigi” dove Leopold spera di incontrarla per la prima volta… .
Recensione….la prima:
“La casa di Parigi” è un romanzo intenso per la capacità di unire un passato travagliato ad un presente incerto, dove due bambini che non hanno nulla in comune, riescono a fondersi tra il mistero di una casa ricca di segreti, e un passato che sembra un grande punto interrogativo.
Bambini di nove e undici anni che sembrano piccoli adulti, contrapposti ad adulti che si comportano come dei bambini, dove l’istinto sembra prevalere sulla ragione.
La parte iniziale del libro, ambientata nel presente, è fluida in maniera impressionante, viene letta e divorata in pochissimo tempo, i personaggi, le ambientazioni e gli avvenimenti sembrano far parte quasi di un’opera teatrale.
Se si pensa che il tutto avviene tra le mura di una casa, il risultato è qualcosa di meraviglioso, di unico ed eccezionale.
La parte centrale, che si collega piano piano al presente ma che è ambientata nel passato, è più lenta, richiede anche più attenzione nel cogliere i dettagli utili ad apprezzare e gustare le sensazioni e i sentimenti dei protagonisti, Karen e Max.
Le lotte interiori, le azioni istintive e guidate dalla passione, l’imprevedibile conseguenza e i collegamenti con l’ultima parte, dove si ritorna al presente, rappresentano uno stile unico ed eccezionale.
Il libro sembra raccontare due storie distinte che si uniscono solamente alla fine, inserendo quei tasselli che danno sostegno all’intera struttura.
Un libro non semplice, ma che deve essere apprezzato soprattutto per l’unicità dello stile, di una scrittura rivoluzionaria.
Un romanzo apprezzato anche da Virginia Woolf che, come Elizabeth Bowen, faceva parte del Bloomsbury Group.
Ho letto con grande piacere questo romanzo e ho apprezzato lo stile proposto, i dettagli curatissimi delle descrizioni, le conversazioni raffinate sia tra i bambini che tra gli adulti.
Ho avuto un po’ di difficoltà ad unire pensieri e atteggiamenti di Karen, a volte dovendo rileggere più volte un pensiero.
Sono convinta che sia un romanzo che può essere apprezzato per la scansione temporale, per la profondità di pensiero e per lo stile narrativo unico!
Recensione….la seconda: