Recensione:
La copertina di questo libro ci dice “L’attesissimo seguito di Io prima di te”, quanto è vero?
Abbiamo lasciato Louisa con la lettera di Will, probabilmente faticando a leggere quelle ultime pagine perchè impegnati ad asciugare qualche lacrima e a dire “Perchèèèèèèèèè?!?!”, chiedendoci come Jojo Moyes avrebbe potuto far continuare una storia così bella, completa, commovente e riuscitissima.
Ed ecco che ci ritroviamo a parlare del seguito!
Ho letto tantissime recensioni negative, ma forse l’errore che non bisogna fare è quello di paragonare la storia del seguito con la bellezza del principio.
Prendiamo questo scritto e rendiamolo un’opera a sé stante, solo così potremo essere obiettivi e non lasciarci scappare il commento più ovvio che non avrebbe bisogno di un’elaborazione scritta: “si, carino, ma niente a che vedere con il primo!”
Detto questo iniziamo!
Sono trascorsi 18 mesi dalla morte di Will, e Louisa è cambiata, maturata, e forse irriconoscibile.
Vive ogni giorno con l’incessante sensazione di non poter andare avanti, di aver deluso Will e le sue aspettative.
Dopo aver viaggiato ed essersi stabilita per un breve periodo a Parigi, continuare a vivere sembra possibile solo vicina a casa.
Si è trasferita a Londra, ma non sente sua né la città né la casa che ha acquistato con i soldi che Will le ha lasciato, i genitori non le parlano, ha un lavoro mediocre e un’incessante turbinio di dubbi e domande che la affollano la mente.
A seguito di una caduta accidentale dal tetto di casa, Louisa vede tutte le persone a lei vicine convinte che l’incidente sia stato il frutto di un gesto estremo.
Passata la convalescenza, Lou torna alla sua vita, con la consapevolezza che la voglia di vivere non l’ha abbandonata, e su indicazione del padre inizia a frequentare un gruppo di sostegno.
In questa cornice avvengono due incontri decisivi: quello con Lily e quello con Sam.
Chi siano non posso svelarlo… =)
Tra nuovi incontri, nuovi responsabilità, la buffa famiglia che attraversa una crisi non indifferente e il lavoro che è necessario quanto imbarazzante, Lou riscoprirà la bellezza del vivere grazie ad avvenimenti che riordineranno i pensieri e metteranno fine ad una storia che stava condizionando troppo il futuro.
E’ difficile dare un giudizio su questo libro senza svelare cosa sia accaduto in queste pagine, ma è la regola numero 1 che mi sono imposta quando ho iniziato a scrivere, o perlomeno ci ho provato, le recensioni.
Quindi proverò ad estrarre delle riflessioni e ad elaborarle senza svelare niente.
In questo libro si sente molto la presenza di Will all’inizio, e il distacco di Lou con la storia precedente sembra impossibile, così come l’elaborazione del lutto e l’impossibilità di perdonare colui che ha scelto di andarsene ma che ha lasciato un vuoto incolmabile.
Si sente la voglia di proseguire ma non si intravede un motivo o la spinta giusta che possa aiutare concretamente Lou ad attraversare il fiume del dolore.
La perdita di una persona cara e la difficoltà ad andare avanti con la sofferenza e la rabbia, vista la separazione per scelta e non un avvenimento improvviso, si sentono e si comprendono pienamente e completamente.
Nuove persone, Lily e Sam, e quei tasselli improvvisi e casuali che la vita spesso ci impone, entrano nella storia e segnano il distacco con il passato e la necessità di mettere la parola “fine” ad un avvenimento ormai immutabile ma ancora troppo presente da segnare le giornate e l’agire di chi l’ha vissuto.
Non bisogna leggere questo libro ripensando al primo, sarebbe una sofferenza inutile.
La sensibilità del tema trattato, la storia, i tentativi di Lou, la speranza, tutto quello che ci ha accompagnato leggendo “Io prima di te” deve rimanere dov’è, nella perfezione del primo libro.
Ma, visto che anch’io sono imperfetta, non posso essere sempre buona.
Chiamandosi seguito, qualche piccola cattiveria possiamo permettere!
La storia di questo libro è a tratti banale, scontata, a volte paradossale.
Si legge volentieri, ma chiedendosi spesso se l’autrice sia davvero la stessa del primo!
Vorrei rendere l’idea con un paragone che spero non offenda nessuno!
E’ un po’ come se il seguito di “Orgoglio e pregiudizio” fosse “Twilight”!
Forse la fretta di dare un seguito ad una storia così piena e perfettamente intrisa di nobili sentimenti richiedeva più tempo, ma le esigenze editoriali hanno influito e anche condizionato la buona riuscita dello scritto.
Se dovessi valutarlo come seguito del primo, due stelle sarebbero un regalo!
Se dovessi valutarlo come libro a sé stante, forse ne meriterebbe tre, ma non di più.
Sono davvero in difficoltà, quindi mi farò guidare dall’istinto nel giudizio.
Vorrei concludere dicendo che, a volte, bisogna saper chiudere una storia perfettamente riuscita senza dover cercare di dare risposte, di aumentare gli introiti o rispondere ad esigenze di marketing.
Messaggio agli editori:
Pensate più al lettore che vi da fiducia e non ai soldi da incassare.
Se il risultato è ottimo, il rimando c’è sempre, se si tende a deludere, si perde anche la fiducia e il nome diventa uno tra tanti e non il primo fra tutti! Pessime scelte!
____________________________________
Jojo Moyes È nata ed è cresciuta a Londra.
Ha lavorato come giornalista da Hong Kong per il «Sunday Morning Post» e per dieci anni all’«Indipendent», ma dal 2002, dopo il successo del suo primo romanzo, si dedica a tempo pieno alla narrativa.
È autrice di oltre sette romanzi, tutti best seller internazionali e vincitori di numerosi premi letterari.
In Italia sono stati pubblicati: Foto di famiglia (Sonzogno 2003), Silver Bay (Mondadori 2009), L’ultima lettera d’amore (Elliot, 2011), Io prima di te (Mondadori 2012), Luna di miele a Parigi, La ragazza che hai lasciato,Una più Uno (Mondadori 2014), Un weekend da sogno (Mondadori 2015), Dopo di te (Mondadori 2016) e la raccolta Tredici giorni con John C. e altri racconti (Mondadori 2016).
Vive in una fattoria dell’Essex con il marito giornalista e i suoi tre figli.
Fomte: ibs.it
____________________________________