Mosaico Napoletano
– Daniela Carelli –
“ Tutti quei colori, quelle sfumature, ognuna legata a un ricordo, a un frammento della mia vita. Quei colori che come in un mosaico si ricompongono. Piccole tessere che si uniscono per formare un disegno: siamo io… e la mia città… intrecciati indissolubilmente, in un modo tale da non riuscire a distinguere la fine dell’uno e l’inizio dell’altra.”
Formato: Copertina flessibile
Giudizio Sintetico
Concludiamo il Blog Tour dedicato a “Mosaico napoletano” con la recensione: ringrazio l’autrice per la fiducia e le splendide tre blogger che hanno accolto con entusiasmo la proposta di collaborare con me per presentarvi questo bellissimo romanzo!
Grazie alla splendida Manu che ci ha regalato uno scatto unico e una descrizione altrettanto bella: Clicccando Qui
Grazie alla dolce Teresa per il racconto di Napoli lungo quarant’anni: Cliccando qui
Grazie a Paola per l’intervista puntuale e bellissima all’autrice: Cliccando qui
Prima di iniziare la lettura di “Mosaico napoletano”, mi aspettavo di aprire e sfogliare le pagine trovando Napoli al centro della trama, appoggiata, come in uno spettacolo teatrale, da personaggi capaci di narrare cambiamenti e certezze della storia partenopea degli ultimi quarant’anni.
Ciò che invece ho trovato è una Napoli che fa da perfetto sfondo, come una compagna d’avventure, che prende per mano la sua gente, e rivive, colorandola, un’epoca che ha mutato e caratterizzato la vita dei protagonisti, portandoli anche lontani dalla città, ma con un unico desiderio: quello di tornare.
Ancora oggi, con Gianni ci capita di ricordare le sue sfuriate, così simili a quelle delle mamme dei nostri amici che, all’epoca, avevano sposato la filosofia comune che mazze e panelle fanno ‘e figlie belle, ossia che pane e mazzate fossero necessari per crescere figli sani ed educati.
La storia di Giuseppe è legata indissolubilmente alle persone e alla città; si respira, accompagnando il protagonista a ritroso nella narrazione della propria vita, tutto il cambiamento, la tradizione, la bellezza ma anche il dolore che ha accompagnato i napoletani, ma anche gli italiani, dagli anni ’70 ai giorni nostri; perché Napoli è Italia e io, milanese mai stata nella città partenopea, ho ritrovato anche tanto della mia infanzia e della tradizione della mia famiglia nella storia di Giuseppe.
La narrazione, dolce, armoniosa e vivace, viene descritta in più parti e, ogni esperienza, assume gradazioni di colori diversi a seconda del tempo, del ricordo e dei dettagli descritti.
Fu in quel giorni, che a soli tredici anni, compresi che il destino di questa terra è legato indissolubilmente a quello di coloro che la abitano. Un destino fatto di sorrisi, di lacrime e… sangue.
La vita di Giuseppe accoglie e abbraccia la storia napoletana: viviamo il natale e la tradizione del presepe, la discesa degli zampognari dalle montagne, la felicità e l’amore della famiglia con le cene di Santo Stefano e la tombola, riconosciamo le raccomandazioni dei genitori e riviviamo la precarietà del lavoro e purtroppo anche le cicatrici drammatiche come il terremoto dell’Irpinia, l’epidemia di colera e la piaga della camorra.
Ogni esperienza vissuta viene accompagnata da sfondi dolci e poetici della città come il mare, i vicoli, le piazze, i locali e i colori del dialetto napoletano che sembrano “uscire” dal romanzo e abbracciare il lettore con il senso stretto e profondo dei significati (capaci anche di ironizzare nei momenti più delicati); il tutto accompagnato dalla musica di Pino Daniele, che riesce descrivere in modo unico i mille tratti emotivi delle canzoni in relazione agli accadimenti della storia.
Il romanzo di Daniela Carelli mi è piaciuto molto (o forse dovrei dire assai), perché è uno spaccato di quarant’anni determinanti e unici vissuti nella storia italiana e partenopea, capaci di trasmettere tutta la nostalgia delle incertezze di una generazione ormai adulta e di un legame con la propria terra che non finirà mai.
L’unione tra Napoli e la sua gente è viscerale, unica: un innamoramento che non supera mai quella fase iniziale di ammirazione e stupore ma che a volte si arrende di fronte alle prove che la stessa città impone.
E’ stato difficile per me interrompere la lettura, tanto da finire il libro in una giornata; volevo conoscere, capire e scoprire, emozionarmi e provare una nostalgia commovente di tempi e persone lontane.
Non nascondo la commozione finale, l’epilogo toccante e la conclusione inaspettata della storia, ma ricorderò “Mosaico napoletano” come un bellissimo tuffo nel passato, come un racconto lineare, frizzante, emotivo ed emozionante raccontato da un amico di fronte ad una tazzulella ’e cafè.
Daniela Carelli è nata a Napoli e vive a Milano.
Laureata all’Accademia di Belle Arti, ama da sempre la lettura e la scrittura, la musica e l’arte.
Nasce come cantante e collabora con artisti quali Edoardo ed Eugenio Bennato, Peppino di Capri, Bocelli, Audio 2, e tanti altri.
Creativa a 360°, ha lavorato nella grafica pubblicitaria come art director e video editor e copyrighter.
Attualmente è scrittrice, blogger, compostitrice e vocal coach (insegnante di canto).
Nel 2011 esce il suo romanzo d’esordio: “Volevo fare la segretaria” edito da Sassoscritto Editore.
Nel 2013 pubblica il secondo romanzo: “Vado a Napoli e poi… MUOIO!” edito da SensoInverso Edizioni.
Nel 2014 il suo racconto “Il suono del tempo” viene selezionato e pubblicato nell’antologia “Scrivendo Racconto
Carissima Chiara, la tua recensione mi ha toccato molto (o dovrei dire assai? 😉).
Grazie di cuore per tutto il lavoro magistralmente svolto, a tutte voi, magnifiche “Spice girls”! ❤️